Ternana, scivolone o crisi? Tre partite per chiarirlo
Uno scivolone, doloroso, inopportuno ma pur sempre solo e soltanto un passo falso nella lunga corsa verso il traguardo più importante? Oppure i sintomi di una crisi, la prima stagionale, per una Ternana che ha perso la prima occasione buona per agganciare la classifica? A dare un significato compiuto alla sconfitta di Pordenone dovrà essere la stessa Ternana. Rialzandosi immediatamente oppure, nell’ipotesi peggiore, confermando le difficoltà evidenziate nell’ultimo periodo.
Dovessimo scommetterci sopra un centesimo opteremmo per la seconda ipotesi. Perché sono gli indizi, più d’uno, a dare sostanza alla nostra tesi. Basta riguardarsi le ultime tre partite: Imola e Pordenone in trasferta, Feralpisalò in casa.
Partite nelle quali la Ternana non ha prodotto un buon calcio faticando da matti a creare opportunità da rete, calciando in porta col contagocce, segnando proprio per questo un solo gol, con Diakité in mischia negli spiccioli di gara con la Feralpisalò.
In occasione dei primi due pareggi abbiamo archiviato la pratica parlando di punti comunque buoni ottenuti in condizioni difficili contro squadre più che dignitose. Ma per sostanziare quella tesi ci sarebbe voluta una prova maiuscola a Pordenone, in una sfida che metteva in palio il primato in classifica. Invece la Ternana non ce l’ha fatta. Ha prodotto un calcio senza sbocchi, lento e prevedibile, intriso di grinta, di voglia nella ripresa quando c’era da recuperare lo svantaggio, peraltro causato da una deviazione di Salzano su una innocua conclusione da lontano di Bombagi.
Se siamo di fronte ai primi sintomi di una crisi o magari di una crisetta passeggera, lo scopriremo nell’immediato futuro, nelle tre sfide interne che attendo in rossoverdi in otto giorni. Vicenza, Rimini e Teramo: campionato e recuperi. Partite da vincere per toglierci dagli occhi l’immagine sbiadita dell’ultima Ternana. Vincere magari regalando anche squarci di un calcio piacevole che fin qui s’è visto a sprazzi.
Sulle possibili cause del momento negativo non stiamo a dilungarci: ne abbiamo parlato a più riprese chiamando in causa infortuni (tutti nel reparto di centrocampo); nella lunghissima preparazione portata avanti a singhiozzo per via delle vicende giudiziarie; per la condizione precaria di tanti calciatori reduci sta stagioni particolari, fatte di tanta panchina e poco campo. Motivazioni più che sostenibili ma che oggi non bastano da sole a raccontare il momento negativo di Defendi e compagni. La piazza comincia a salire i calore anche per via di una convinzione, assurda, secondo la quale la Ternana avrebbe dovuto ammazzare il campionato. Luigi De Canio in mezzo a questa turbolenza crescente sembra mantenere una invidiabile calma, forte delle proprie convinzioni. Anche per lui però è arrivato il momento di fare scelte chiare. Le rotazioni utilizzate fin qui hanno avuto un senso, così come l’utilizzo intensivo di Defendi in ogni zona del campo. Oggi c’è bisogno di qualcosa di diverso, magari di fiducia da dare agli specialisti dei ruoli chiedendo indietro un impegno ancora maggiore e soprattutto un’attenzione che spesso è venuta meno, soprattutto in mezzo al campo.
Ma De Canio è uomo di qualità e di consolidata esperienza, navigato quanto basta per uscire indenne da questa crisi o crisetta nella quale è caduta la sua squadra. Ha dichiarato di recente che vorrebbe restare a vita nella Ternana. Noi ce lo auguriamo consapevoli però (come lui del resto) che a deciderlo saranno i risultati. A cominciare da quelli delle prossime tre uscite interne. Fare il pieno significherebbe riprendere a volare e, probabilmente, guadagnare anche la testa della classifica pur nella consapevolezza che il campionato si vincerà in Primavera.