Ternana: confusione totale, stagione a rischio?
Ternana sempre più giù. Con Calori in panchina due punti in quattro partite di campionato e un’eliminazione sanguinosa in coppa Italia. E siccome il tecnico era arrivato a rilevare De Canio dopo che quest’ultimo aveva incassato un’altra bella striscia di passi falsi, la squadra è inevitabilmente precipitata in classifica. Così della corazzata che avrebbe dovuto (potuto?) fare la voce grossa per tutta la stagione non è rimasto che qualche brandello che il tecnico toscano sta cercando di rimettere insieme per agguantare quantomeno i play off.
Così, quando il campionato ha da poco consumato la sua prima metà la situazione a Terni si è clamorosamente rovesciata. Due diesse, due allenatori, una piazza che ha ridotto al minimo la frequentazione del “Liberati” e contesta con forza un po’ tutti, compresa una società che sembra navigare a vista generando anche un bel po’ di confusione con le proprie affermazioni.
Le ultime vicende sono emblematiche.
Il presidente Ranucci che annuncia di doversi allontanare per motivi di lavoro restando però dentro il progetto anche se a distanza. Insomma, non sarà costantemente a Terni come prima però da Roma con il supporto del fido Tagliavento, continuerà a gestire il club.
Poi arriva il “patron” Bandecchi che, dopo una bella litigata con un gruppetto di tifosi, entra nella sala stampa del Liberati per annunciare che adesso sarà lui ad occuparsi direttamente di questa azienda un po’ particolare che gli costa 800mila euro al mese.
Insomma, capire fino in fondo come stanno le cose non è semplice anche se al momento l’ipotesi più gettonata è il defilamento del presidente Ranucci che però resta un elemento chiave del progetto Unicusano nel mondo, tanto da incassare gli elogi del “patron” per i recenti risultati conseguiti.
Il Bandecchi in piena, del dopo partita, ha parlato anche di un futuro che lui vorrebbe glorioso per la Ternana con annesso acquisto dello stadio “se il Comune deciderà di vendermelo” e ritorno quantomeno “là dove l’ho presa”.
Il tutto senza dimenticare di ribadire che “se la piazza non mi vorrà più venderò la Ternana” ma con un deciso “io non me ne vado” a fare da contraltare.
Da ultimo la tirata d’orecchi alla squadra (eufemismo) che deve svegliarsi. “Forse non è poi così forte come hanno voluto farmi credere e come voi avete creduto, però può e deve fare meglio di così”. E i termini usati sono quelli di Calori, ovvero: lottare, combattere, pedalare e via dicendo perché al momento lui si sente “parte lesa” visto quanto spende. Affermazione impossibile da contestare. Lui deve avere di più, la Ternana deve avere di più dalla squadra e, in particolare, da quegli elementi che hanno un bagaglio di esperienza importante, da professionisti navigati.
Perché non può essere Pobega, ragazzino classe 1999 uscito dalla Primavera del Milan, a trascinare la squadra nella mezza impresa di sabato, quando dallo 0-2, in dieci, è arrivata al pari grazie alla doppietta del centrocampista. Lui due gol. E gli attaccanti? Una punizione di Vantaggiato sulla traversa e niente più.
Il tutto dentro una partita che la Ternana ha subito, per un tempo, infarcendola di errori e di niente altro. Gioco zero di una squadra che Calori ancora non è riuscito ad in quadrare perfettamente. Formazione iniziale discutibile al pari dei cambi successivi. Scelte che incidono anche se alla fine le maggiori responsabilità vanno a pesare sulle spalle di professionisti che in campo possono e debbono dare di più. Corsa, tecnica e impegno. Tre qualità che compaiono come rapidi flash dentro esibizioni che dall’inizio della stagione non hanno mai scaldato i cuori della piazza. Che ora è fredda e arrabbiata nei confronti di una Ternana deludente alla quale tutti chiedono lo sforzo minimo: i play off.
Perché come dice Calori “la promozione è diventata un’impresa”. Messaggio recepito in pieno da Bandecchi che, chissà con quanta ironia, ha chiuso la sua performance con quel “speriamo di salvarci” che ha aggiunto palate di ghiaccio addosso ad una piazza che non s’è mai scaldata.