Ternana: Bandecchi non le manda a dire
Avviso ai naviganti: non stuzzicate Stefano Bandecchi perché ha il dente avvelenato e se chiamato a dire la sua non si tira certo indietro. Per usare le sue parole: “Ero incazzato tre anni fa e ancora non mi è passata”.
Il ricordo va alla retrocessione in serie C e all’assurdo, con tanto di cambio delle regole in corsa, mancato ripescaggio dei rossoverdi. Lo ha ricordato Bandecchi intervistato da Reggina Tv. “Ci hanno scacciati dalla serie B giocando un campionato a 19. Poi la regola è cambiata di nuovo. L’anno prima il Venezia era stato ripescato poi ha vinto il campionato. Quindi se mi chiedete che ne penso della Lega vi rispondo che sono abituato a frequentare altri ambienti, questo è un club che non frequento e che non voglio nemmeno frequentare”. Poi affonda il colpo: “non vedo un club coeso che cerca di fare cose giuste, ma ognuno va per conto proprio. E questo modo di mettere soldi nel calcio non mi piace. Ripeto ce l’ho con quelli che c’erano tre anni fa, l’incazzatura non mi è ancora passata”.
Ma di calcio il presidente Bandecchi ha ufficialmente smesso di parlare. Come un anno fa stop alle comunicazioni anche sui social a campionato iniziato nel rispetto di un accordo con il tecnico Cristiano Lucarelli al quale, come al diesse Leone, quello che ha da dire lo dice in privato. Ma è un presidente presente, attivo, entusiasta perché non ha lesinato energie per dare una struttura solida alla squadra tornata in serie B e altre promette di metterne a disposizione “perché altri due o tre elementi arriveranno ancora”.
L’ultimo della serie Bruno Martella, terzino mancino prelevato dal Brescia che a Reggio Calabria, domenica sera farà il proprio esordio. Poi potrebbero arrivare ancora un centrocampista e un difensore centrale per completare anche sotto l’aspetto fisico i due reparti.
Perché è indubbio che la sconfitta all’esordio con il Brescia ha un po’ lasciato il segno anche se, va detto, l’implementazione dell’organico era già prevista. Però la sconfitta qualche segno l’ha lasciato e Bandecchi ha espresso il proprio rammarico. Non delusione o arrabbiatura perché crede fermamente nel gruppo che ha stravinto la serie C e negli innesti operati per adeguarlo alla nuova categoria. Tant’è che l’unica digressione che si è concessa sforando nel calcio giocato è andata nel solco della serenità. “La nostra squadra è abituata a partire piano, l’ha fatto anche l’anno scorso poi avete visto com’è andata finire”.
Però un ultima frecciatina agli arbitri se l’è concessa. Cristiano Lucarelli aveva chiuso la questione rigore, concesso dopo una verifica col Var durata quasi quattro minuti, “Hanno dovuto chiamare il Ris per darci questo rigorino che ha cambiato la partita”. E Bandecchi c’è andato giù duro qualche giorno dopo. “Rispetto e stimo gli arbitri ma credo debbano fare un uso corretto della Var, valutare bene prima di decidere perché le loro scelte incidono su gente che investe 20-30 milioni l’anno e che merita rispetto. Quello contro il Brescia non era rigore”.
Letto tutto questo com’è possibile dare torto al presidente. Ci sono i fatti, la storia a documentare le sue affermazioni. Ma c’è anche un’altra verità che emerge: la sua voglia di lottare, anche contro un sistema che fa acqua, perché ha una gran voglia di dimostrare che la sua creatura può crescere ancora, crearsi una base solida con la realizzazione delle infrastrutture (centro sportivo e stadio) e garantirsi un futuro solido ad alto livello. Questi sono i primi passi in quella direzione.