Ternana, al sud c’è la sua miniera di successi

Il trasferimento della Ternana dal girone B a quello meridionale della serie C non è stato preso benissimo dalla tifoseria rossoverde. Problemi di trasferte probabilmente più lunghe e scomode ma, più ancora, la sensazione netta che i valori nel girone meridionale siano assai più consistenti rispetto a quelli del girone B dov’era stata inserita la Ternana nella passata stagione. Nonostante il pessimo campionato disputato dalla Ternana si pensava magari che potesse essere stato una sorta di acclimatamento alla nuova realtà dopo gli anni della serie B.
Tutte considerazioni che hanno una loro fondatezza. Plausibili quindi. Però c’è una considerazione di fondo da fare. La storia della Ternana dice che i ragazzi in rossoverde le cose migliori le hanno fatte proprio nel girone meridionale della serie C.

Furono giorni di tristezza totale nel 1967 quando la Ternana venne dirottata nel girone meridionale. Quella squadra nuova di zecca, affidata alle cure di un tecnico emergente qual era Corrado Viciani fece mirabilie. Gente come Germano, Pandrin, Bonassini, Marinai, Liguori, Sciarretta, Meregalli e Cardillo si rivelarono al grande pubblico trascinando la squadra in serie B. Il 23 giugno del 1968 fu la data della storica promozione tra i cadetti al termine di una stagione esaltante che, a ben vedere, pose le basi per l’approdo in serie A che diverrà realtà pochi anni dopo, prima squadra umbra ad approdare nella massima serie. E in quella Ternana che vinse la serie B ritroviamo tanti protagonisti di quella che aveva fatto sua la serie C. Segno evidente che in quel periodo di riusciva a programmare, a costruire con Giorgio Taddei alla guida della società e Varo Conti a svolgere il ruolo di direttore sportivo. Era una Ternana fatta in casa che sorprese il mondo calcistico nazionale.
Assai meno sorprendente fu la promozione in B nata anch’essa dal successo nel girone meridionale della serie C. L’epilogo avvenne il 17 maggio del 1992 grazie alla vittoria sul Catania. Protagonisti di allora Rinaldo Gelfusa che aveva appena rilevato il club da Gaspare Gambino,

Roberto Clagluna in panchina e Vittorio Galigani nel ruolo di direttore sportivo. La squadra era forte, più delle avversarie. Non dava spettacolo ma vinceva. In casa e in trasferta, molto spesso con il minimo scarto, a volte anche in modo rocambolesco. Però dopo un avvio con qualche difficoltà proprio la compattezza della squadra lasciava immaginare un epilogo estremamente positivo. Però, a differenza della precedente promozione, non c’era stato un programma adeguato a base del successo, tant’è che l’esperienza di Gelfusa ebbe termine nella stagione successiva con la retrocessione e il fallimento che rigettarono nello sconforto i tifosi rossoverdi.
Ma la Ternana seppe comunque rialzarsi per merito di una società nuova di zecca, una bella miscela prodotta dalle menti di Carmelo Messina ed Egidio Ballerini che coinvolsero nel progetto gli imprenditori Alberto Gianni (presidente) e Mario Merlo. Gigi Del Neri (allenatore) e Carlo Osti (diesse) completavano i quadri dirigenziali. Un solo obiettivo: vincere due campionati di fila per tornare in serie B. Prima la C2 quindi, con l’ingresso in società di Luigi Agarini che ben presto ne rilevo’ l’intera proprietà, la serie C1. Squadra forte davvero con dentro gente del calibro di Modica, Stellini, Borgobello, Silvestri e Brevi. Ma non fu una passeggiata perché la B arrivò dopo lo spareggio vinto contro la Nocerina ad Ancona davanti a 12mila ternani. Era una Ternana che aveva un futuro e le carriere dei calciatori lo hanno dimostrato. Come luminose divennero quelle di Del Neri e Osti ancora oggi protagonisti del calcio italiano ai massimi livelli.
L’ultimo appuntamento con una promozione in serie B è datato 2012. Non si può affermare che quello della Ternana era da considerare un girone meridionale perché in quegli anni la divisione dei gironi tagliava in verticale lo stivale. Però uno degli avversari più importanti fu il Taranto. Però la Ternana affidata al tecnico Mimmo Toscano e al diesse Vittorio Cozzella, rossoverde in campo di qualche anno prima, fece centro sfruttando al meglio il ripescaggio dopo la rocambolesca retrocessione in C2.

Era la Ternana di Edoardo Longarini che nominò Francesco Zadotti, suo uomo di fiducia, alla presidenza. La Ternana giocò un bel calcio riportando un gran numero di tifosi allo stadio dopo le clamorose diserzioni degli anni precedenti. Chiuse i conti il 25 aprile del 2012 battendo per 2-0 la Reggiana con una doppietta di Sinigaglia, uno degli idoli della tifoseria. E quella, a ben vedere, è stata l’ultima Ternana a cui la tifoseria si è affezionata. Da Ambrosi a Litteri passando per Ferraro, Pisacane, Bernardi e Miglietta per finire a tutti gli altri di quel gruppo che seppe far bene anche in B, sono tutti elementi che i tifosi ternani ancora ricordano con grande affetto. A conferma che a volte vincere non basta per essere amati, occorre piuttosto calarsi nella realtà locale, coinvolgere la tifoseria, farla sentire partecipe e protagonista. Occorre soprattutto che i giocatori diano tutto in campo perché si può vincere partendo da favoriti ma anche da rivelazioni.
Gallo e Leone lo sanno benissimo. Importante che riescano a costruire un organico con i valori giusti, tecnici e umani. La storia della Ternana appena descritta insegna: non conta il girone, contano la coesione e le motivazioni.