Tanti ottimi allenatori, qualche buon organico: chi la spunterà nel girone C?
Un po’ come se non si presentasse la Ferrari. Nella griglia di partenza del girone C di Serie C, sarebbe un peccato rimuovere una Viterbese che se oggi non è in pole position, poco ci manca. Una difesa che ha mantenuto i perni della passata stagione, unita ad un centrocampo mixato con struttura, geometrie e capacità d’inserirsi, con un attacco in cui spiccano Saraniti, goleador della passata stagione, nonché Roberti, bomber della Serie D. Il presidente Camilli ci ripensi: in caso di doppia promozione diretta in B da ciascun girone, la sua squadra avrebbe serie possibilità di farcela.
Si chiama griglia di partenza, proprio perché all’arrivo risulta sempre diverso l’elenco. Se ci volessimo inoltrare nei pronostici di inizio stagione, tanto per far sognare questa o quella tifoseria, non avremmo difficoltà ad indicare le solite note, in base agli altisonanti nomi giunti in sede di calciomercato. Piuttosto, cerchiamo di individuare punti di forza o di debolezza ed attendiamo, con curiosità scimmiesca, di capire quali prevarranno sugli altri.
L’allenatore migliore della categoria lo annovera la Urbs Reggina. Alla soglia dei 50 anni, Roberto Cevoli ha scelto gli stimoli di una piazza che conosce bene, per dare la scossa ad una carriera ancora non decollata. Ci ha vinto proprio il torneo di C1 da calciatore, nel 1995. Ha allenato qualche anno fa la Primavera della Reggina di Lillo Foti: utilissimi i suoi consigli da ex difensore, in quella annata, a Mauro Coppolaro inserito sotto età come titolare in pianta stabile. È reduce dall’exploit di Renate, specie con riferimento ad un girone d’andata in cui aveva messo al tappeto quasi tutte le big, Padova incluso. Tuttavia, è nelle mani di una società con pochissima forza. E non ci riferiamo soltanto all’aspetto economico. Motivo per cui gli amaranto non possono ritenersi candidati ai quartieri alti, a lungo andare. Una buona partenza potrebbe però infiammare il pubblico, aspetto determinante a Reggio Calabria.
La Casertana è una corazzata, non c’è dubbio, affidata al mister Fontana reduce da due esoneri, a Castellammare ed a Cosenza, ma che continua a trovare la fiducia iniziale di presidenti ambiziosi. Il Catania non si discute (Sottil è una garanzia), ma è la compagine con l’età media più alta: qualora rimanesse in C dopo i mille pronunciamenti della giustizia (sportiva, ordinaria e poi ancora sportiva), si vedrebbe costretto a diversi impegni infrasettimanali per recuperare le prime gare. Non si scandalizzi nessuno, se affermiamo che l’organico più adatto alla categoria appare quello del Trapani.
L’attaccante Nzola e la mezzala Costa Ferreira rappresentano i veri colpi del girone. Occhio poi a Ferretti, che vorrà riscattarsi dopo i problemi fisici della passata stagione. Scognamillo è un’altra delle tante certezze in organico: difensore dal passo rapido, un autentico francobollo in marcatura, rarità per la C. Occhio anche al centrocampista Aloi ed all’attaccante esterno Golfo. Le problematiche della famiglia Morace sono note: si prospetta una cessione societaria, forse entro l’autunno. Il tecnico Vincenzo Italiano, all’esordio tra i pro, saprà ovattare l’ambiente?
Tante le outsider, forse mai come quest’anno. Dal Catanzaro di Auteri con una buona batteria di ali, ad una Sicula Leonzio dall’attacco esperto e con un tecnico rampante come Paolo Bianco, passando poi alla Juve Stabia dal gioco spumeggiante di mister Caserta, o al neopromosso Potenza che punta molto sull’esperienza. La quadrata Vibonese del presidente Caffo forse non compete per la promozione, ma un posto nei playoff sarebbe già una bella soddisfazione. Fra tutte queste, occhio agli “argomenti” del Monopoli: Scienza è un allenatore preparatissimo (un mistero come lui e Cevoli si trovino in C), difesa e centrocampo sono stati puntellati con elementi di esperienza e/o qualità, la mezzala Sounas ha piedi sopraffini, l’attacco è stato rivisitato quasi nella sua interezza e non è stato affatto indebolito, nonostante l’addio di Genchi.
Tra le squadre che partono per una salvezza tranquilla, ci sentiamo di indicare Cavese, Rende, Siracusa e Virtus Francavilla tra quelle che dovrebbero condurre la barca in porto. Rosafio e Sciamanna garantiscono i gol necessari a Cava de’ Tirreni; Ciccio Modesto, promosso in prima squadra, ha il vantaggio di conoscere l’ambiente ma dovrebbe apportare una modifica tattica al collaudato scacchiere ereditato da Trocini; Peppe Pagana gioca a scacchi con i tanti duttili elementi che il presidente Alì gli ha portato dalla fortunata esperienza di Troina (rimasto in D per un rigore); il bravo ed esperto Zavettieri potrebbe essere felicemente costretto a giocare con i tre centrali, rinunciando al suo 4-3-3. Difficile tenere in panchina due fra Cason, Marino, Mengoni e Sirri. Sarà curioso scoprire il Rieti del tecnico portoghese Ricardo Cheù.
Facciano i debiti scongiuri i sostenitori delle squadre che non abbiamo fin qui nominato. Troviamo antipatico e presuntuoso affibbiare un pronostico da playout o retrocessione. Diciamo che a Bisceglie serve tantissima abnegazione da parte di chi andrà in campo. Il nuovo corso del Matera sembra lontano dal mantenere le ambizioni dei più recenti campionati, ma l’organico è rispettabile, specie nel reparto avanzato. Alla Paganese, dopo che il presidente Trapani aveva messo in vendita la società a zero euro, evidentemente si sono presentati con zero mila lire e non ci si poteva attendere colpacci.
Lo abbiamo nominato qualche rigo sopra. Da molti considerato il miglior allenatore del girone meridionale nella passata stagione, Bruno Trocini è rimasto a spasso nonostante non siano mancati gli abboccamenti. Con profondo rispetto verso sé stesso e verso un ambiente che gli ha dato tutto, cioè quello di Rende, aveva rassegnato le dimissioni senza avere in mano, a questo punto è lampante, nulla di concreto. Gli fa onore. Se non latitassero i direttori sportivi capaci, ancor prima dei presidenti ambiziosi, oggi non sarebbe costretto a guardare gli altri dalla tv o dalle tribune.