SERIE C COME … COMMISSARIO

Nella foto di copertina Giancarlo Abete in compagnia di Gravina e Ghirelli. Lui, o lo stesso Gravina, il futuro commissario della Lega Pro?

Si sa che la Lega Pro (chissà perché gli hanno voluto cambiare nome) noi dei “Graffi” la chiamiamo Serie c minuscola.

Mi piange il cuore nel vedere una Lega professionistica distrutta sotto i colpi del vecchietto di Gubbio. In questi tempi cupi abbarbicato alla poltrona. Si finge ignaro dei malumori (eufemismo) della Federazione. Della Associazione Italiana Calciatori e soprattutto delle società di appartenenza. Club sconquassati dall’epidemia, ma soprattutto da una gestione cieca, dilettantistica. Fatta di fuffa. Di campanili e di pulmini.

Io, nei “Graffi”, erano mesi che mettevo in guardia Ghirelli (foto qui sotto), segnalandogli, inascoltato, gli errori continui. Il dilettantismo imperante. La miopia delle scelte. Gli sperperi continui.
Niente da fare, lo Schettino numero 2 ha portato la terza serie allo schianto. Sarà difficile ora, se non addirittura impossibile, riuscire a raddrizzare la barca.

Del resto. Il buon giorno si era visto dal mattino. Dalla assemblea del suo insediamento. Con la nomina della bella attrice Cristiana Capotondi, addirittura portata da Ghirelli alla carica di Vice presidente di una Lega di calcio Professionistico.
Una scelta a dir poco discutibile. Vista l’evidente incompetenza e non conoscenza del mondo calcistico.
Ben venga una donna, in una governance di calcio professionistico, ma con un bagaglio di esperienza diverso. Una Christillin, una Katia Serra.
No. Il vecchietto di Gubbio aveva deciso per l’attrice. E così è stato.

La cosa grave, che oggi suona ancora più devastante, è che questo vecchietto, era ascoltato (almeno allora) dalle società e si assumeva la responsabilità delle proprie scelte.
A seguire, la scelta del segretario, quell’avvocato Paolucci che dopo gli articoli sui “Graffi” ha pensato bene di cancellarsi il titolo di avvocato. Visto che non ha mai esercitato la professione.
Uno yes man, insomma. Scelto non per competenza, ma perché ha avuto la buona ventura di sposare la figlia di Marino Bartoletti. Grande amico del vecchietto.
Ma con i raccomandati, senza arte né parte, non si va lontano. Per non parlare del compenso. Si dice sia di 200 mila euro deliberati dal Consiglio Direttivo, che poco ricorda di tale decisione. Che l’abbiano inserita nelle varie ed eventuali?

Come nessuno dei presidenti ricorda una decisione di assemblea (così come recita lo statuto di Lega) che, contrariamente a quanto previsto, avrebbe stabilito un compenso per l’illustre presidente. Già pensionato della stessa lega pro (?!).
Ma gli atti scellerati si sono susseguiti nel tempo. Con lo scandire di iniziative diventate barzellette. Tipo le menate, continue, sui campanili e sui pulmini.

Ai presidenti, desiderosi di un rilancio della Lega, dopo la consueta gestione soporifera di Gravina, bisognava saper offrire sponsor. Visibilità. Riforme. Vantaggi fiscali.

A queste esigenze improrogabili il vecchietto ha risposto con il niente. Con lo sciopero (la negazione del calcio) e con la sistemazione di altri amici.
Come questo strano personaggio del marketing, tal Paolo Carito (Cossiga lo avrebbe subito definito faccia da tonno) pomposamente assunto con la carica di Direttore dello Sviluppo strategico e commerciale. Che cosa abbia sviluppato strategicamente in questi mesi chiedetelo alle società.

Senza dimenticare l’ultima new entry, la signorina Francesca Buttara che, per soli 65.000 euro l’anno, è stata chiamata a curare i rapporti istituzionali. Con quali istituzioni si sia rapportata è un bel mistero. Perché la fine che ha fatto Ghirelli con la Federcalcio è sotto gli occhi di tutti. Con l’Aic poi non ne parliamo, tanto da spingere una persona navigata come Umberto Calcagno a dichiarare apertamente il dissenso totale delle scelte fatte dalla Lega Pro.

Ma poi è arrivato il Covid 19 e la fuffa ghirelliana ne è rimasta travolta.

Non una linea politica chiara. Non ci si è soffermati, neppure un attimo, a pensare alle conseguenze. Ai ruoli ricoperti. Ai compiti di statuto che impongono di organizzare i campionati.
Sicuramente molte società avranno chiesto al vecchietto, “dai Francè qui c’è la pandemia, diciamo che è tutto perduto , che non si può proseguire. Promuovi le tre che sono in testa. La quarta vedi un po’ come fare ma poi soprattutto niente retrocessioni. E’ no, non si può giocare e quindi rimaniamo tutte qui con te, ti rieleggiamo pure. Se ti comporti bene”.
Il vecchietto, anziché pensare, confrontarsi con la federazione e le componenti, ha sposato subito la causa del blocco totale. Perché era ed è ben consapevole delle difficoltà economiche di una serie che oramai non ha più ragione d’essere come lega professionistica. A parte poche, contate eccezioni.

E allora giù con la pandemia, con la impossibilità di riprendere a giocare. Niente retrocessioni, “avete ragione, le norme, gli statuti, il sistema calcio, pure la serie D, decido io, sono stato il primo….”
Ma che bravo!
Le conseguenze di questi atti scellerati sono sotto gli occhi di tutti.

All’assemblea di Lega, si conferma che non si gioca. La quarta la faccio uscire dalla riffa di Gubbio.
Ah non vi piace, allora faccio la classifica ponderata sportiva avulsa e dal cilindro pesco il Carpi.

Un pasticcio enorme, fatto senza testa. Senza seguire le norme. Senza sentire la Federazione.
Francesco, ma come pensavi che potesse passare un simile guazzabuglio, calpestando i diritti della Lega Nazionale Dilettanti, riformando i campionati in corso d’opera, creando format da 24 squadre?
Di fronte ad una tale sequela di sciocchezze, mai viste nella storia del calcio italiano, anche Gabri ha dovuto dire stop.
Qui si devono riprendere i campionati. Il movimento calcistico, come tutta l’economia, deve riprendere. Altrimenti non “andrà tutto bene”…..

E il 20 Maggio lo schiaffone rifilato dal Consiglio Federale al vecchietto è stato enorme. Clamoroso e sonoro.
Cara Lega di serie c (minuscolo) qui si riprende a giocare.
Vedrai che ci riuscite anche voi a seguire un protocollo sanitario efficace.
Studiamo delle formule per disputare meno partite, ma di fermarsi non se ne parla.
Abbiamo tutti negli occhi le immagini del vecchietto all’uscita da Via Allegri. Modello cane bastonato.
“Chiedete a Gravina”, diceva….
Di fronte ad uno spernacchio globale di tutto il Consiglio Federale un’altra persona, dotata di un minimo di etica (quella che Ghirelli sbandiera ma non possiede), si sarebbe accomodato ai giardinetti, vista l’età.
Il vecchietto invece, vista la mala parata, continua a dimenarsi cercando di salvare la poltrona. Senza dignità.

Ogni giorno ne tira fuori una diversa. Forse si sta augurando che la pandemia ricominci, per dire a tutti che aveva ragione a fermarsi. Senza comprendere che la scelta fatta ha portato la sua lega al disastro. Indipendentemente da quello che succederà domani.
Avrebbe dovuto avere rispetto per le istituzioni. Per la Federazione, per i calciatori. Dire alle società che non era possibile fermarsi e basta. Bloccare le retrocessioni, cambiare le regole e i format in corso di campionato.
Guidare le società verso soluzioni possibili. La disputa dei play-off e dei play-out. Non il sorteggio pilotato….

Di fronte agli sfracelli creati il vecchietto non batte ciglio. Ancora discute di formule, come se avesse ancora credibilità.
Di fronte a tale scempio e a tanta sfrontatezza e a formule fantasiose uscite da fantomatici direttivi, “promoviamo quelle in testa, anzi no, facciamo i play-off, retrocediamo le ultime, ma come avevo bloccato i ripescaggi” (sembra di essere su scherzi a parte). Dodici società hanno chiesto di essere ascoltate in assemblea, visto che la Lega è loro, non della Buttara o di Paolucci.
Il vecchietto colto dal panico ha cominciato a farfugliare che non c’erano i tempi. Ora si che lo statuto vale. Se volete facciamo un incontro informale. Io sono sempre a disposizione.

Oramai, caro il mio vecchietto da Gubbio, è un po’ tardi per essere a disposizione. È inutile che tempesti le società con lettere in legalese….
Alzi pure la voce. Come se fossi davvero il presidente di lega.
Oramai, caro amico, non conti più nulla. Hai perso totalmente la credibilità tu e, cosa più grave, l’hai fatta perdere alle tue società. Questo tuo atteggiamento dilatorio ed ostruzionistico è contrario ai principi di lealtà, probità e correttezza. Meriteresti il deferimento.

Lunedì ci sarà il Consiglio federale e oramai di quello che potrai dire o arzigogolare sulle formule non ce ne potrà importare di meno.
Il Consiglio deciderà la formula. Come del resto gli permette oggi la politica e di quello che hai da dire chissenefrega.
La Lega di A ha chiesto di poter rivedere la formula dei play e se ne discuterà serenamente. Esiste questo algoritmo che noi, vecchi praticoni di campionati, capiamo poco. Preferiremmo i play.
La serie B riparte normalmente come la massima serie.. La Lnd ha mostrato la consueta forza e coesione.

L’unico che non verrà ascoltato sei tu caro Ghirelli. Fattene una ragione.

E qui si inserisce l’inevitabile conclusione.
C come commissariamento, recita il titolo dei “Graffi” di oggi.
So del lungo colloquio avuto con Gravina dopo il Consiglio di Presidenza, ma non vedo lettere di scuse e di dimissioni immediate..
Non ci sono altre soluzioni. Visto che non hai la dignità di fare un passo indietro e visto che pensi ancora di resistere ed hai chiesto, a qualche penna prezzolata, di scrivere che in fondo ti avrebbero sfiduciato solo in 12.

Ed allora un appello a Gabri: non avere timori, la Lega non funziona da tempo e va commissariata.

Non vogliamo ritirare fuori i soldi spesi per consulenti fantasma, o lo scandalo di una sede di cui è proprietaria una curatela fallimentare e per la quale paghi il mutuo come Calcio Servizi alla Banca Popolare di Milano.
Non vogliamo sapere dove sta la delibera assembleare che ha deciso di elargirti uno stipendio anche se sei pensionato della stessa Lega. Una sola cosa sottolineamo con forza.
Ma la Lega Pro davvero funziona? Ha organizzato i campionati? Ha rispettato le norme federali e gli statuti?
Oppure hai dimostrato, con ogni evidenza, di avere solo bloccato tutto, con tanto di pianto finale e quindi di non funzionare. La Federcalcio e il Coni vorrebbero far gestire il prosieguo di campionato di Lega Pro a questo incapace presidente, che ha calpestato tutto e tutti?

E’ evidente che la Federazione sia stata costretta a levargli il manico. Per evitare ulteriori danni.

E allora, visto che di fatto non ha più credibilità ed è stato esautorato, ma non molla l’osso (che vergogna), occorre nominare un commissario che ponga in esecuzione quanto deliberato dal Consiglio Federale. Senza intoppi o scioperi o direttivi straordinari.
Subito dopo lo stesso commissario curerà le iscrizioni al campionato e porterà la Lega alla prossima assemblea elettiva ove si sceglierà un presidente giovane e preparato. Un vero manager.

Questo è l’epilogo necessario. Serie c …..come commissario.

Per concludere. Siamo tutti in attesa anche dell’esito finale che ci riserverà la stagione agonistica di Lega Pro. Le modalità usciranno, più che presumibilmente, dal Consiglio federale di lunedì prossimo 8 giugno che a seguito delle decisioni assunte dall’assemblea di serie A (bocciato il piano B della Federcalcio e l’algoritmo) si preannuncia infuocato.

Non a caso i corridoi del palazzo di via Allegri sono pieni di spifferi che raccontano. Non si giocherà il campionato. Saranno, per ogni girone, play out a 4 squadre (le ultime). Con gara unica. In sintesi tre si salvano ed in 9 retrocedono.

Per i play off si andrebbe verso la promozione diretta delle attuali prime in classifica (Monza, Vicenza e Reggina). Una decisione molto discutibile. E’ condivisibile nel raggruppamento A dove il Monza, a 11 giornate dal termine del campionato, distacca di 16 punti la seconda in classifica.

E’ invece inaccettabile nel girone B dove il vantaggio del Vicenza è di soli 6 punti nei confronti della Reggiana ed 8 nei confronti del Carpi che deve però recuperare una partita (ne dovrebbe giocare ancora dodici) tra l’altro deve ospitare tra le mura amiche proprio la capolista virtuale Vicenza. Una situazione molto fluida che meriterebbe un approfondimento adeguato e concreto. Basato sui fatti e non sulle parole o sulle alleanze politiche.

Discorso a parte merita il girone C dove la Reggina , che è sempre stata in vetta alla classifica, vanta 9 punti di vantaggio sul Bari a sole otto giornate dal termine. Se i pugliesi, a detta del loro presidente De Laurentiis, non si sentono sconfitti (in virtù appunto delle 8 gare ancora da disputare) cosa dovrebbero dire Reggiana e Carpi?

Il solito intrigo di palazzo. Creato dall’incapacità dei vertici. Che non può essere risolto con una decisione pasticciata e nemmeno con una formula, ai più incomprensibile, che ci regali un algoritmo.

A bientot!

 

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