Ribaltone Ternana, via De Canio dentro Calori. Ora non ci sono più alibi

Via Luigi De Canio, dentro Alessandro Calori. Un esonero annunciato, un arrivo scontato. Un film andato in onda con poco meno di un mese di ritardo. Perché il 22 dicembre del 2018, il giorno successivo alla sconfitta della Ternana a Ravenna, era stato sollevato dal proprio incarico. Lui aveva messo a disposizione il proprio mandato, il presidente Ranucci lo aveva accomiatato. C’era stato anche il saluto alla squadra e il rituale dell’armadietto svuotato. Ma la giornata era stata lunga e quello che era successo tra le 9 e le 10 della mattina, era stato ribaltato in serata. Dopo lunghe riflessioni il patron Bandecchi aveva optato per una soluzione diversa. Dentro un direttore sportivo per colmare un vuoto che stava pesando non poco nella gestione complessiva della squadra. E conferma di De Canio. Ovviamente a tempo come abbiamo avuto modo di scrivere all’epoca.

Doveva essere Luca Leone a valutare il lavoro di De Canio. Soprattutto il suo rapporto con la squadra che sembrava non rispondere più alle sue sollecitazioni. Lavoro quotidiano ma anche e soprattutto risultati. La Ternana doveva vincere e convincere. Non una ma due, tre e anche quattro partite consecutive. Magari confortata da qualche innesto di mercato.
La storia recente parla invece di una Ternana vittoriosa col Teramo e, saltata la sfida di Rimini (causa nebbia), affondata fragorosamente in casa contro il Fano.
Così l’esonero del tecnico materano è diventato quasi una conseguenza automatica e l’arrivo di Calori altrettanto visto che, proprio lui, era stato contattato al primo scricchiolio.
Tutto secondo prassi consolidata. L’organico è forte, i risultati non sono stati pari alle attese, via l’allenatore con la speranza che il nuovo sappia fare meglio. O quantomeno, sia capace di ottenere dalla squadra quanto auspicato da società e tifoseria.
Però sarebbe davvero stupido addossare ogni responsabilità a De Canio che peraltro non ha mai evitato di mettere la faccia su tutto quanto è successo nella Ternana dal giorno del suo arrivo. Però non poteva certo prevedere il tira e molla estivo che ha costretto la squadra ai box fino a settembre cominciando con tre partite di ritardo il proprio campionato. E non poteva nemmeno immaginare di dover far fronte a una miriade di infortuni, quasi tutti muscolari e con tempi di recupero estremamente lunghi. Rivas tre volte si è stirato lo stesso muscolo e Vives sta ancora aspettando di sapere qual è il guaio che lo sta tenendo bloccato dalla seconda di andata. Proprio De Canio venerdì aveva parlato di un ultimo recentissimo consulto dal quale si aspettavano chiarimenti definitivi.

Situazioni pesantissime che hanno condizionato il lavoro del tecnico e il rendimento di una squadra che, però, strada facendo ha dato la sensazione di seguire sempre con meno attenzione il proprio allenatore regalando contro il Fano una delle peggiori rappresentazioni stagionali, soprattutto sul piano del carattere, della voglia, dell’attenzione. Gol facili sbagliati davanti al portiere e rigore regalato in una situazione di tutta tranquillità ne sono esempio tangibile.
Così la sensazione forte è che ci sia stata una vera e proprio frattura tra il tecnico e la squadra: questa la motivazione più forte che ha portato all’esonero di De Canio. Per la gioia di buona parte del popolo tifoso che con il tecnico aveva rotto già da tempo e che ha subito manifestato il proprio sostegno totale al nuovo allenatore.
E’ evidente quindi che come al solito De Canio ha pagato per tutti ma, così facendo ha tolto ogni alibi alla squadra che era e resta forte anche se bisognosa di qualche aggiustamento. Così come gli accadimenti della stagione hanno dimostrato che la stessa società ha bisogno di crescere, maturare, aggiustarsi al proprio interno colmando vuoti pericolosi (quello del diesse è uno di questi), riprendere le redini di un’azienda che ha tante componenti e non tutte adeguate alle esigenze, come il cammino fin qui percorso ha dimostrato.
Però sia il presidente Ranucci che il diesse Leone, nell’annunciare l’esonero di De Canio hanno ribadito che l’obiettivo era e resta la promozione in serie B. Raggiungimento diventato assai più complicato. Quando la Ternana ha iniziato il proprio cammino aveva nove punti di ritardo dalla testa della classifica con tre partite da recuperare. Dopo un girone dista 13 punti dal Pordenone capolista e le restano due partite da recuperare. Conti facili per dimostrare che il cammino non è stato impetuoso come, forse con troppo ottimismo, si era immaginato anche se, vincendo i due recuperi i rossoverdi si ritroverebbero al secondo posto con un punto di vantaggio sulla Triestina. Più facile puntare ai play off che alla promozione diretta in attesa di capire quale sarà il format della serie B nella prossima stagione e soprattutto quante saranno le promozioni e le modalità di accesso alla serie superiore.

Intanto la Ternana non po’ che leccarsi le ferite, rimuginare sui tanti errori commessi e su una vicenda che non ha avuto vincitori ma soltanto sconfitti. Nella consapevolezza che c’è ancora spazio per risorgere anche se con molta fatica e con scelte oculate, a cominciare da quelle di mercato.
Nel frattempo non possiamo che chiudere salutando con rammarico De Canio per quello che poteva essere e non è stato e rivolgendo i migliori auguri a Calori chiamato subito ad un test probante sul campo della Feralpi, all’esame di quel Mimmo Toscano che a Terni è stato l’ultimo a vincere un campionato di serie C e senza passare per i play off.