Reggina, Gallo è sia “dentro” che fuori: gli uomini inutili del presidente

Tra le formazioni che non vivranno una post season in Serie B, c’è la Reggina. Sconfitta a Brescia nell’ultimo turno di campionato. Già consapevole di essere distante anni luce dai playoff, complice anche una penalizzazione di due punti. Siamo contenti per l’esordio di Simone Pagni, figlio di Danilo già dirigente di Chievo e Ternana. Ma come molti sapranno, il club amaranto è adesso attanagliato da un grosso problema: gli arresti domiciliari per il presidente Luca Gallo.

Avrebbe comperato la Reggina con i soldi non versati allo Stato a titolo di Iva. Autoriciclaggio. Gli arresti sono scattati per la possibilità di reiterare il fatto contestato. Auguriamo a Gallo di risolvere tutto, dimostrando la propria innocenza o almeno la buona fede. Qualcuno inorridirà, non è una giustificazione bensì un pensiero in libertà: fossero in manette tutti quelli che non pagano l’Iva, forse in Italia circolerebbero meno persone che durante il primo lockdown. Tant’è. Alla Reggina serve adesso, con discreta urgenza, un nuovo proprietario. Lo sa la magistratura romana. Anche quella calabrese.

Importante staccare gli argomenti, prima di procedere con il commento. Al presidente della Reggina, specie dopo quella penalizzazione di due punti dovuta alla scadenza federale dello scorso 16 febbraio (in quel caso erano Irpef ed Inps… insomma, il dubbio è che non gli piacciano le tasse), veniva contestata su piazza reggina l’impossibilità a portare economicamente avanti il club. L’indagine dimostra che i soldi li ha messi, pure tantissimi. Poi bisogna capire se fossero puliti, ma non è questa la sede. Ne aveva comunque altri.

Forse è più corretto dire, anche senza i provvedimenti giudiziari, che la gestione degli ultimi 12 mesi abbondanti è stata deficitaria. Un conto è non pagare, come è accaduto lo scorso 16 febbraio. Altra roba è addurre seri motivi di salute come causa ostativa. In tanti hanno pensato male. Specie dopo aver letto la sentenza del TFN, la quale certifica come i soldi non fossero in cassa.

Direttori generali uno peggio dell’altro. Possibile che uno di questi genialoidi avesse ottenuto una percentuale sulle decurtazioni da “strappare” a giocatori e personale dipendenti? Ah, saperlo! E che l’altro, in mezzo ai casini che creava al Sant’Agata pure con le foglie degli alberi, si sia finanziato il proprio… “tempo libero” a spese del club? Non li nominiamo per non fargli pubblicità.

Anche perché determinati soggetti, senza Gallo, forse avrebbero faticato pure a trovare lavoro presso qualche negozio di abbigliamento. È il caso di un altro damerino. A Como stanno ancora ridendo: voleva entrare nello spogliatoio della Reggina, per “festeggiare” (udite udite) il primo pareggio dopo 6 sconfitte consecutive, presentandosi come responsabile delle relazioni esterne. “E stia all’esterno”, la risposta sarcastica ma efficace di chi svolge un ruolo certamente più utile del suo.

Ci dicono possa essere davvero lo stesso soggetto che, mutatis mutandis, in altro ruolo (ma quanti ne ha?), avrebbe tentato di stoppare un libero pensiero di Alfredo Pedullà circa l’immediato futuro della Reggina. Un po’ come se Angelo Corsi, terzino della Vibonese (non ce ne voglia l’amico Pippo Caffo), non contento di cambiarsi nello stesso spogliatoio assieme a Mbappè, provasse ad andargli via in velocità. Chiunque diventi il nuovo proprietario della Reggina, sappia che questo è il primo da allontanare, fra i vari soggetti imbarazzanti.

Oltre che ad intervenire in tempo utile a garantire la partecipazione al prossimo campionato di Serie B, si dovrà ripristinare un normale livello di serietà per il settore giovanile. Quando è giorno di provini, al Sant’Agata predomina l’accento cosentino. Sembra siano graditi in particolare i genitori che arrivano a bordo di una… 500. Franco Gagliardi, di Cosenza, ha scritto la storia come scouting a Reggio Calabria. Evidentemente qualche suo conterraneo, forse abituato alla Serie D (d come dilettante, non d come domiciliari), ha più la tendenza a portarsi a casa le galline. Specie in virtù delle difficoltà del… Gallo.

Tra i consigli che possiamo dispensare, dalla nostra comfort zone, al futuro proprietario della Reggina (chiunque egli sarà), è di stare attento ad un altro personaggio. Questo non lo può cacciare, perché non fa parte del club. Ma è facilmente riconoscibile: stesso mestiere, stesse tendenze ma soprattutto stesso look di Cetto La Qualunque. Proverà a piazzare e ad accontentare tutti gli amici. Che poi, magari, non lo voteranno lo stesso. Da evitare come la peste.

Dulcis in fundo, l’arrivo di Gallo a Reggio. Tra il dicembre 2018 ed il gennaio 2019. La squadra era ad un passo dallo sciopero, il tribunale aveva pronta la sentenza di fallimento. A vendergli (non cedergli) il club, un perbenista che insisteva su concetti come la specchiata moralità. A leggere l’ordinanza in cui campeggia la cifra della compravendita, ci complimentiamo per l’affare. Altro che atto d’amore.