presidente (minuscolo) Ghirelli, meno passerelle più lavoro …

Chi ha assistito domenica a Trieste all’incontro di ritorno del play-off per la promozione in serie B fra Triestina e Pisa non ha potuto non chiedersi perché mai l’arbitro designato per la direzione non sia stato minimamente all’altezza dello spettacolo dello Stadio, rinnovato e meraviglioso; del pubblico, comodo in tribune e gradinate ‘all’inglese’, senza barriere a bordocampo; del tifo pro-Triestina e pro-Pisa, manifestato con forza ma senza cadute o comportamenti fuori-norma.

L’arbitro invece è apparso subito emotivamente impreparato, permettendo un agonismo subito al di sopra delle righe, fermato da fischi continui senza che fosse adottato il più normale dei provvedimenti, due o tre cartellini gialli che avrebbero raffreddato gli ardori esagerati e fuori luogo di molti protagonisti, dell’una e dell’altra squadra.

Un arbitro emotivamente impreparato e tecnicamente inadeguato a dirigere un incontro che non era uno qualunque del migliaio e più di un campionato affascinante come quello di Lega Pro, ma uno spartiacque di interessi materiali concreti, di prestigio da conquistare o difendere, di spettacolo o non-spettacolo da offrire anche a migliaia di giovani, in parte al debutto come spettatori, che più volte si chiedevano sugli spalti e nel dopo “ma come si può dirigere una partita così?”.

Immaginarsi poi lo stupore nel vedere il presidente della Lega Pro e un suo fedele scudiero scendere sul terreno di gioco per la premiazione dei giocatori, vincitori e sconfitti, e consegnare ‘last but non least’ (si usa dire) una targa di merito all’arbitro.

Merito ‘decche’ ?, direbbero a Roma. Un atto dovuto sarebbe stato rincartare la targa e riportarla a Firenze, in sede.

E qui non intendo scendere sul terreno di chi protesta per torti alla Triestina, possibili o probabili, perché il Pisa ha comunque legittimato il successo, a mio avviso giocando meglio. Dico invece che a Catanzaro come a Catania, Siena, Arezzo, Carrara. Novara e altrove non sono state poco le lamentele, per non dire le insurrezioni, per arbitraggi non convincenti.
Mi si è detto che ogni categoria ‘amministra’ i suoi arbitri per le proprie partite. Ma siccome un mancato salto dalla Lega Pro alla Serie B può avere conseguenze drammatiche per le Società coinvolte non si potrebbe chiedere a qualche principe dell’arbitraggio, magari in uscita per raggiunti limiti di età, di regalare una propria direzione almeno all’interno del pacchetto delle semifinali e delle finali?

Sarebbe un bel passo avanti.

Presidente Ghirelli e segretario generale Paoletti, meno premiazioni e più impegno. Per un calcio che si rinnovi e piaccia ai giovani perché li rassicura.

Come, ora, non è.