PATIERNO, PANARELLI E MAIURI SUGLI SCUDI. CORDA POLLICE VERSO

Enzo Maiuri e la sua truppa sbarazzina sbancano Foggia. Ma non è questa la notizia del giorno, che il Sorrento viene da otto risultati utili consecutivi.

Allo Zaccheria è stata caccia all’uomo. Questo è il fatto.

Nell’intervallo, al rientro negli spogliatoi, sono volati schiaffi e cazzotti nei confronti dei calciatori campani. Nel secondo tempo più che il pallone si cercavano le loro caviglie.
Conosciamo Ninni Corda, stiamo imparando a conoscere Felleca. L’allenatore cerca di imporre dei modi che poco hanno a che fare con il gioco del calcio. Non so se gli erano concessi a Como. Il suo presidente non gli è da meno. Pretende di farsi giustizia (la sua) da solo. Ieri, inopportuno, sarebbe anche entrato nello spogliatoio dell’arbitro.

Sul campo il Foggia ci ha capito poco. Fuori ancor meno. Il bottino del Sorrento poteva essere anche superiore. I rossoneri evidenziano una mediocrità, nell’espressione del gioco, che difficilmente li porterà ai vertici della classifica. Una condizione che Ninni Corda deve aver ben compreso perché l’atteggiamento, minaccioso ed intimidatorio, fatto assumere ai suoi calciatori nei confronti degli avversari, è sintomo evidente di una insicurezza dei propri mezzi tecnici ed agonistici.
Con una sintesi finale. La pancia dello Zaccheria, quando le cose vanno male, non può assurgere a luogo in cui si cerca di farsi giustizia sommaria. Nei confronti dei calciatori e dei dirigenti delle squadre ospiti. E’ accaduto contro il Sorrento, ci sono stati anche altri precedenti.

Patierno, sua la tripletta che stende il Nardò, si porta a casa il pallone. Il Bitonto tenta la fuga. Con la concomitante sconfitta del Foggia ed il pareggio del Fasano porta a quattro le lunghezze di vantaggio sugli immediati inseguitori tra i quali si inserisce, con merito, il Taranto targato Panarelli.
I neroverdi meritano il primato. Per quel detto che gli attaccanti vincono le partite, ma le difese i campionati meritano l’attenzione generale. 18 gol all’attivo e tre (soltanto) reti subite ne fanno, al momento, la favorita d’obbligo. Le mai nascoste ambizioni di primato si completano con il buon potenziale economico della società.

Sarebbe utile conoscere, sulle prospettive del futuro prossimo del Bitonto, se sia stata o meno archiviata quell’indagine, promossa dalla Procura della Repubblica, su una possibile combine avvenuta in occasione dell’ultima gara della scorsa stagione.
Una decisione che potrebbe risultare determinante sull’esito dell’attuale campionato. Nel presente né il club neroverde, né gli interessati, tantomeno gli uffici preposti, ne hanno dato notizia. Un silenzio, soprattutto quello degli interessati, che lascia supporre che tutto sia ancora in itinere.

Fasano e Sorrento restano al passo con le favorite. Completano la griglia play off. Maiuri, che ha cancellato a suon di risultati l’incerto cammino di inizio stagione, potrebbe diventare arbitro del campionato. Tra un paio di giornate sarà il Bitonto a scendere a Sorrento. Una cartina di tornasole non indifferente per Marsili e soci.
Positivo l’esordio di Bitetto sulla panchina del Casarano. Un cambio necessario che forse arriva in ritardo. Con una considerazione personalissima: gli investimenti che impone la categoria non consiglia di affidarsi ai “dopolavoristi”.

Gravina affossa ancor più l’Andria (ora in zona play out). Tutto lascia supporre che per i federiciani non fosse soltanto una questione di manico.
I risultati delle ultime giornate mi hanno riportato alla mente il giudizio sul Brindisi, di un addetto ai lavori, a inizio stagione. Una squadra mediocre, di pochi contenuti tecnici, sopravalutata da inaspettati risultati positivi. La sconfitta casalinga ad opera del modesto Gelbison inserisce i biancoazzuri nella pancia del campionato. Ora con tre sole lunghezze di vantaggio sulla zona retrocessione. Un trend negativo che ridimensiona notevolmente le ambizioni degli adriatici.

Torna alla vittoria il Cerignola. Buono l’esordio di Feola. La doppietta di Longo fa tornare il sorriso a Nicola Grieco e famiglia. La sontuosa qualità della rosa gialloblu impone un obbligo di grande rispetto. L’entusiasmo della piazza ancor più. Tanti gli undici punti di distacco dalla vetta della classifica (cinque dalla zona play off), ma il calcio ci ha più volte fatto assistere a rimonte solo sulla carta impossibili. A Feola l’opportunità di dimostrare. Una occasione irripetibile che l’allenatore campano non deve fallire. Per di più un Cerignola ai play off (cinque punti non rappresentano una enormità insormontabile) risulterebbe un cliente oltremodo scomodo. Per tutti ed in tutti i sensi. Ci vuole poco a comprenderlo.

Il Taranto. Rossoblu rivitalizzati da Gigi Panarelli? Forse è ancora presto per dirlo. Certo è che 9 punti in 270 minuti. Un solo gol subito e nove messi a segno (in tre partite). Secondo posto in classifica sono un gran bel biglietto da vista. La ritrovata vena di D’Agostino (riportato al centro del progetto) il ritorno al gol di Genchi (ancora incerta la sua prestazione) e quello di Favetta, il confermarsi a rete di Oggiano (Ragno…) fanno crescere l’autostima generale della squadra.

Si potrà obiettare che l’avversario non era dei più trascendentali, ma la facilità nella manovra e la fluidità nel gioco che ha favorito la “manita” sono di conforto per i risultati del futuro.
Gli spettatori. Nota dolente dello Iacovone. Soltanto mille paganti più gli abbonati. Giove “paga” a caro prezzo l’andazzo negativo ed il non gioco della gestione Ragno (a proposito di dopolavoristi). Gradinata semivuota. Curva con larghi spazi vuoti. Apprezzato lo striscione in ricordo dei “pompieri” deceduti ad Alessandria come i cori quelli riferiti a Mittal.
Quelli rivolti alla squadra ed alla società hanno ricevuto una sontuosa risposta a suon di gol. Quello finale, nu sim tarandin cu cor rossoblu, bivim a birra raff e nind chiu… ha rappresentato la conclusione più logica dell’evento.

Un segnale di pace fatta? Come quell’applauso a Oggiano al momento della sostituzione e la standing ovation riservata a Stefano D’Agostino?
C’è solo da augurarselo.


Sarebbe il miglior viatico (non è una considerazione semplicistica) di una riconciliazione indispensabile. Se si vogliono raggiungere determinati risultati. Perché sarà bene ricordarlo (a tutti) il Taranto per sperare in un futuro migliore deve andare in testa. Vincere il campionato. Per errori commessi dai soliti noti, nel passato più o meno recente, arrivare ai play off non avrebbe alcun significato.
A buon intenditor…

Nella foto: Stefano d’Agostino e Cosimo Patierno