Lucarelli non si tocca e il futuro sarà bellissimo: parola di Bandecchi
Tre sconfitte in avvio di un campionato che affronti da neopromossa non fanno una crisi. Generano però allarmismo: è fisiologico in un calcio che dopo tre partite ha visto saltare due panchine in serie A (Cagliari e Verona) e metterne i n forte discussione una anche in B (Vicenza). Per cui è normale che anche intorno alla Ternana si sia generato un po’ di chiacchiericcio.
La cosa non è piaciuta a Cristiano Lucarelli (nella foto di copertina in compagnia di Paolo Tagliavento) e ancora di meno al presidente Stefano Bandecchi. Come suo solito quest’ultimo ha utilizzato i social per diffondere il proprio messaggio. Che è stato chiaro e forte. “Con Lucarelli e con il diesse Leone vado avanti fino alla fine del campionato. Non ho mai pensato di sostituirli anche perché quando li vedo mi brillano gli occhi. Ogni componente la Ternana gode della mia massima fiducia. Con loro sono disposto a tornare in C ma anche a fare risultati straordinari”. La conclusione del messaggio, con il solito sorriso, è un inno alla fiducia “sarà un futuro bellissimo” e annesso invito a non chiamarlo più per chiedergli notizie sul futuro dei suoi più stretti collaboratori. Perché, stando alle parole di Bandecchi, già più di un condor si era avvicinato alla preda (Lucarelli e Leone) immaginando di poterne rilevare le posizioni.
Ma questo non succederà: parola di Bandecchi, di uno che fin qui non ha mai tradito la parola data.
Capitolo chiuso quindi, o mai aperto, anche se Lucarelli non l’ha presa benissimo perché secondo lui, dati alla mano mostrati (in video) in una inusuale conferenza stampa, la squadra è viva e sta crescendo.
Sono i risultati a dargli contro e anche questo non è un aspetto trascurabile, almeno nell’immediato, perché una striscia negativa troppo ampia in avvio può creare tensioni all’interno di un gruppo che, è giusto ricordarlo, è stato ed è considerato da tutti all’altezza delle ambizioni, buono insomma per garantire alla Ternana la permanenza nella categoria appena conquistata.
E’ fuor di dubbio che l’avvio stentato, stando anche al calendario terribile (gran parte delle grandi in rapida successione) era prevedibile. Anche nella stagione dei record l’inizio fu tentennante. Poi però la Ternana ingranò le marce alte cancellando le ambizioni di qualsiasi avversario.
Quest’anno magari la ripresa sarà meno travolgente, stando alla qualità degli avversari, però non si può non accordare fiducia a chi ha saputo dimostrare tanto. E non possono essere poche voci isolate a far saltare la mosca al naso al tecnico che pure è forte della fiducia del presidente e della gran parte della tifoseria. Non ha bisogno insomma di trovare nemici occasionali per far valere le proprie ragioni. Il campo è galantuomo e la Ternana avrà la possibilità di dimostrare a tutti di valere molto più dell’ultimo posto in cui la relega la classifica attuale.
Probabilmente anche per togliere ogni minima pressione al gruppo da giovedì la Ternana è in ritiro a Coverciano. Stare insieme lontano dalle chiacchiere (speriamo anche dai social) può aiutare la squadra a crescere ancora, a limare gli errori tecnici che l’hanno condannata col Pisa (tre gol regalati), a ritrovare la sicurezza sotto rete che è mancata fin qui. La Ternana ha tirato più degli avversari che l’hanno battuta al netto di disastri arbitrali (Brescia e Reggina) che sono sotto gli occhi di tutti.
Avesse ottenuto almeno due punti (che avrebbe meritato) non ci sarebbe stato nessun allarme e il presidente non avrebbe dovuto riconfermare la fiducia a tecnico e diesse: quella fiducia che ha posto a base di una crescita che è sotto gli occhi di tutti.
Anche se il calcio ci ha abituato ad azioni che smentiscono in poche ore precedenti dichiarazioni, è sotto gli occhi di tutti che questa Ternana ha un progetto chiaro cresciuto con basi solide che si chiamano Bandecchi, Lucarelli e Leone. Un progetto che è fatto si campo e di infrastrutture, di risultati e di feeling con la città.
Il campionato è lunghissimo e non si vince né si perde nelle prime tre o cinque-sei giornate. Alla fine emerge chi dimostra nervi saldi e solidità tecniche e morali. Proprio come è successo un anno fa, anche se questo è un altro capitolo di un romanzo al quale Bandecchi assegna comunque un finale bellissimo.