LEGA PRO, UNA BARCA CHE FA ACQUA

Duole constatare come, ancora una volta, i meccanismi di gestione e controllo della Lega di serie C proprio non funzionino. Al punto che, nel bel mezzo di un campionato, scoppia l’ennesima bomba.

La Sambenedettese è ormai a un passo dal fallimento.

Dopo aver ottenuto un concordato in bianco pare che il patron Serafino non sia disponibile a versare al tribunale la somma di venticinquemila euro. Necessaria per le prime incombenze del periodo concordatario (e per rendere serio e non meramente dilatorio l’ottenimento del suddetto concordato di sessanta giorni).

Non so se si farà mentre queste righe vanno in rete (in tal caso gliene darò atto). Certo è che comunque ancora una volta siamo alle solite. Altro che il mai più. Tanto ripetuto dai vertici di Lega Pro e abbinato ora all’una ora all’altra squadra saltata in aria.

Qui la barca fa acqua. da tutte le parti e non se ne vede una via d’uscita. Giocare in serie C sta diventando un azzardo. La governance si deve rendere conto della propria inadeguatezza. Ho finito le parole per criticare il presidente e ormai non ci sono più termini adeguati per giudicare il resto della corte dei miracoli che, nonostante i numerosi precedenti, non si pone domande sulla solvibilità ed affidabilità di chi si avvicina alla gestione ed alla proprietà delle squadre di calcio. Soggetti senza impresa, che sia tale, alle spalle, ma solo finanza degna del gioco del Monopoli. 

Alla faccia di tutti i proclami sui controlli e tutto il resto.

Ho pure la presunzione di dire (sono però supportato da informazioni fondate) che la Samb quest’anno non sarà neppure l’ultima delle società a saltare in aria. Mi sono già occupato all’inizio di stagione di alcune compagini dall’assetto poco chiaro. Dopo aver azzeccato purtroppo le previsioni per le questioni sorte cammin facendo, certi rumors fanno ancora più impressione.

Il Covid e l’emergenza sanitaria c’entrano nulla o poco. C’entra piuttosto che avventurieri e personaggi senza scrupoli continuano imperterriti a scorazzare nelle praterie della terza serie. Turlupinando e truffando calciatori tecnici. Collaboratori dipendenti fornitori e tifosi.

Una vera e propria emergenza. Una situazione dai pericolosi risvolti penali di fronte alla quale è palese l’incapacità della governance della serie C. Sia nel lasciar giù dalla giostra i suddetti avventurieri. Sia nel gestire comunque certe situazioni in corsa tanto da non essere più scusabile.

Occorrerà forse che qualcuno, tra i danneggiati, porti in giudizio anche la serie C. Intesa come Lega. La struttura che dovrebbe sorvegliare e prevenire certi misfatti. Certe inadempienze. Con un consiglio. Se non ha strumenti adatti se li deve procurare.

Ecco, forse servirà che qualcuno cominci a chiamare in giudizio non solo gli insolventi ed i falliti, ma anche chi questo stato di cose lo ha permesso. O meglio, lo sta permettendo. Più per colpa che per dolo, ma comunque sempre ed anche per propria responsabilità.

E allora, forse, si finirà di far finta di niente quando cinesi o indonesiani di quart’ordine. Americani de Roma. Produttori di mangiadischi. Finanzieri protestati, pregiudicati per reati contro il patrimonio. Oppure commercianti di quartiere che si improvvisano magnati.

Tutti soggetti che comprano società di serie C. Le spolpano del poco che trovano. Non pagano nessuno. Se ne vanno via … con tanti saluti a tutti.

Il faldone dei contenziosi diventa sempre più corposo. Cambiano le facce, ma la situazione è sempre la stessa. Una stagione dopo l’altra, l’esito dei campionati viene falsato. Tanto per fare un esempio, domenica prossima si giocano, nel girone B, Padova – Sambenedettese e Feralpi – Perugia. Chi vince va in serie B. Direttamente. Non mi riferisco all’impegno dei calciatori…

Il Perugia, non mi sbaglio, negli scontri diretti con i rossoblu adriatici ha lasciato sul campo quattro punti.

Adesso è proprio ora di finirla.