Lega Pro, senza riforme non vi è futuro…

Se la politica nazionale sta rotolando sempre più all’interno del baratro, la politica del pallone non sta certamente facendo meglio. Il mondo del resto, specialmente l’Italia, hanno sempre tenuto legato a filo doppio e ben stretto le due realtà.


Non ci sono eclatanti novità all’orizzonte, anche se al tirar delle somme ormai si è a un “tiro di schioppo”: data ultima per ricominciare a fare qualcosa di concreto il 22 ottobre 2018…..
Forse non ci sarà la necessità di fare intervenire Babbo Natale, come avevamo scritto nei precedenti articoli. Ma non si sa mai!

Gabriele Gravina alla Gazzetta dello Sport dell’altro ieri annuncia:
“Mi sono dimesso da presidente della Lega Pro”. “Un atto di correttezza la mia decisione di lasciare la carica di numero uno della terza lega professionistica nazionale”. Un passaggio che rappresenta il preludio alle ormai imminenti elezioni per la presidenza della Figc, dove lo vedremo vestire i panni del candidato unico, appunto il 22 ottobre prossimo.


Speriamo. Anche perchè la situazione così com’è si può definire in un solo modo: insostenibile. Tutti fremono (tranne i commissari e i vice), ognuno chiede qualcosa, i campionati sono da pochi giorni ripartiti, ma i rivoltosi, incazzati come sono, non hanno deposto le armi…..anzi hanno le spade sguainate pronti a combattere non appena si alza un rifolo di vento.

In mezzo a tutto questo baillame è comparsa pure una nuova schiera di rivoluzionari…..un tantino desaparecido e per adesso in pochi….ma pur sempre rumorosi e pronti a far sentire voci e idee (ne hanno da vendere). A guidare la truppa delle new age della controtendenza, il presidente del Rimini FC – Giorgio Grassi, remigino, appena approdato in terza seria. Il baffuto leader romagnolo, pare avere come alleati una schiera di presidenti della zona (Imola, Ravenna etc), che sono stufi di fare spese pazze all’interno di in campionato che da poco o nulla e che su un altro versante….costa tanto, sicuramente troppo.

Ma cosa dice Grassi che non sia già stato sviscerato ormai da tempo anche in altre stanze e da altri massimi dirigenti??? Andiamo a rileggerlo.
La mia idea è che gran parte dei guasti provocati è stata determinata dal semi-monopolio instaurato dalla Lega A e dal monopolio sportivo ed economico della Juventus, che sta vincendo l’ottavo scudetto in un sistema malato perché non si è pensato alla mutualità”. La conseguenza è la proposta di una nuova legge sulla mutualità: “Questo incide molto sulla Serie C, per questo in accordo con i colleghi la Lega si chiederà una mutualità diffusa per tutte le società a prescindere dal minutaggio. Ogni società sarà libera di investire sui giovani come crede, godendone anche dei benefici. Una mutualità di almeno 500.000 euro per squadra a salire”. Grassi conclude con accuse pesanti sulla regolarità dell’attuale campionato di Serie C: “Se non verranno fatte le riforme in breve tempo e si dovesse continuare così anche nella prossima stagione molti di noi non iscriveranno le squadre. Stiamo giocando un campionato falsato, sia perché è partito in ritardo per i vari ricorsi, sia perché mi risulta che globalmente ci siano cinque società di serie C che non hanno presentato regolare fidejussione all’atto dell’iscrizione. Di conseguenza, ritengo sia ineludibile l’intervento del Governo, compresa la riforma del sistema di giustizia, primo grado e appello”. Da: http://www.itasportpress.it/calcio/rimini-il-presidente-allattacco-serie-c-falsata-serve-nuova-mutualita-calcio-italiano-in-crisi-per-colpa-della-juventus/

Anche qui, a parte le opinioni personali di Grassi, (condivisibili o meno), sarebbero davvero necessarie una serie di guerre puniche. Quindi una rivoluzione all’ultimo presidente all’interno dell’incancrenito sistema, solo per cercare di cambiare in parte tutte le situazione malate descritte elencate dal leader biancorosso.

 

Infine….mi viene da ridere quando si tratterà di trovare l’accordo finale unanime, che occorre nel calcio per far passare un qualsiasi cambio di legge o regolamento…..a meno che non si viva giorno e notte all’interno della stanza dei bottoni. Lasciando perdere i sogni e le rivoluzioni d’ottobre, sarebbe tutto più semplice riportare la serie C ad un campionato “semipro”, come lo è stato per decenni. Meno tasse e tassette, regolamenti e vessazioni per la terza serie, mollando solo alla serie A e alla B i costi maggiori, dato che le due leghe si dividono pure vantaggiosi emolumenti top (a partire dai diritti televisivi).
Staremo a vedere. Intanto per smuovere le acque restiamo in attesa della data fatidica del 22 ottobre…..Che sia la volta buona??? Speriamo di si!!! Altrimenti???…Altrimenti è in arrivo Babbo Natale!!!