Lega Pro, continua la saga delle fidejussioni “farlocche”. Gravina escluderà i club?

La situazione di quelle società che stanno partecipando al campionato di Lega Pro senza aver depositato la fidejussione diventa giorno dopo giorno una “telenovela” sempre più stucchevole. Di una ridicolaggine assoluta.
Ritengo che a questa altezza sia utile ribadire un principio fondamentale. Senza una fidejussione valida, nelle categorie professionistiche, non si può giocare.
La fidejussione è l’unica fonte per il così detto debito sportivo. Consente ai tesserati di incassare le somme dovute (con la speranza che siano sufficienti).
È noto come, per ottenere la licenza nazionale e giocare nel Campionato di competenza, il deposito della fidejussione sia un requisito indispensabile. La stessa andrebbe depositata subito, al 30 Giugno. Insieme a tutta la rimanente documentazione prevista dai regolamenti.
Nella realtà molte società aspettano l’ultimo ricorso alla Covisoc prima del Consiglio Federale di Luglio. Guadagnano alcuni giorni pur sapendo che saranno penalizzate di un punto.
In ogni caso il Campionato si può cominciare solo con una fidejussione (purtroppo non più solamente bancaria, come era una volta, perché l’antitrust così decise).
Qualora la fidejussione si dimostra “farlocca” in corso di campionato, comunque va sostituita. La sanzione, in caso di inottemperanza, non può che essere la esclusione dal Campionato. La penalizzazione e la multa, per quanto quest’ultima sia salata, non servono a nulla. Tanto le società decotte non la pagano e continuano, imperterrite, a giocare …
La presenza della fidejussione è (e rimane) un requisito indispensabile per ottenere l’iscrizione, è evidente che, in mancanza, ti devo escludere.

Come mi ha suggerito, giorni addietro, il presidente federale Gabriele Gravina, mi sono fatto, in materia, un “ripasso” e …guarda un po’?
La norma già esiste. È l’illecito amministrativo di cui all’articolo 8 numero 4 del Codice di Giustizia sportiva, che recita:
“4. La società che, mediante falsificazione dei propri documenti contabili o amministrativi ovvero mediante qualsiasi altra attività illecita o elusiva, tenta di ottenere od ottenga l’iscrizione a una competizione cui non avrebbe potuto essere ammessa sulla base delle disposizioni vigenti, è punita con una delle sanzioni previste dalle lettere g), h), i), l) dell’articolo 18, comma 1.”.
Le sanzioni sono quelle previste dall’articolo 18 lettera i) del codice di giustizia sportiva:
“i) esclusione dal campionato di competenza o da qualsiasi altra competizione agonistica obbligatoria, con assegnazione da parte del Consiglio federale ad uno dei campionati di categoria inferiore;”.
Quindi? Le norme sono lapalissiane caro presidente Gravina. Matera, Pro Piacenza, Lucchese e Cuneo vanno escluse dal campionato. Gravina, però, in materia tace. Non ci resta pertanto che attendere, curiosi di apprendere, il consiglio federale del prossimo 30 gennaio.
A pensar male si dice che è peccato, ma spesso ci si indovina.
Impossibile quindi non pensare che questa inerzia federale nasce dalle inevitabili conseguenze per il precedente caso del Messina (ricorderete che giocò un campionato intero senza nessuna copertura fidejussoria) e del noto contenzioso promosso dalla Vibonese. Ricorderete tutti che al tempo Gabriele Gravina era il presidente della Lega Pro.
Ristabilire ora il principio che senza fidejussione non si può giocare significherebbe dare ragione a quest’ultima (la Vibonese) con le conseguenze, immaginabili, sul piano risarcitorio.
Appunto.