IL TALENT SCOUT CASSANO E LA SONTUOSA CLASSE DI CARRASCAL
Mario Sconcerti parlando di Cassano ne ipotizza una futura carriera di talent scout in una intervista del 29 aprile scorso dicendo che però “non deve correre il rischio di amare solo se stesso” e qualche giorno fa ha confermato che Cassano “ha una visione dei giocatori meno scolastica di quella degli altri, può intravedere qualcosa di più”, anche se però “deve evitare di cercare se stesso negli altri e un po’ lo sta facendo perché leggo che i suoi consigli riguardano fantasisti”.
Ho apprezzato la passione per il calcio di Cassano (nella foto a fianco) in uno di quegli incontri che stanno riempendo le serate monotone della quarantena, quando si è confrontato con Vieri parlando di giocatori e ha cominciato a discettare di caratteristiche tecniche con conoscenza e cognizione di causa, parlando tra gli altri di Hakimi ed Arnold che sono degli esterni bassi destri, in un tempo non troppo lontano definiti terzini. Non parlando quindi solo di fantasisti in cui rivedersi.
E comunque non trovo nulla di male che Antonio Cassano si entusiasmi per Carrascal, giocatore colombiano del River Plate che può occupare tutti i ruoli offensivi svolgendoli tutti sempre in maniera sontuosa, dicendo che lo ritiene giocatore di altra categoria e magari ritrovandosi in certe qualità di questo talento.
Entrando nel dettaglio del calciatore, sono evidenti le qualità tecniche notevolmente superiori alla media, come si può dire che ha una buona struttura muscolare ripartita in 180 centimetri di altezza, ma quello che ha più degli altri, ed è questo quello che presumibilmente ha colpito Cassano, è una intelligenza calcistica “mostruosa”, cioè questo giocatore conosce il calcio e lo “sente”, comprendendo l’esito delle azioni e dove la palla andrà a finire, con notevole anticipo rispetto agli altri. In questo Cassano si è rivisto, perché prescindendo dall’aspetto tecnico evidentemente eccelso, il buon Antonio aveva sensazioni calcistiche che gli consentivano di comprendere in anticipo l’evolversi delle azioni.
Carrascal è giocatore offensivo atipico, in quanto recupera svariati palloni sulla trequarti non per contrasto, facendo dominare l’aspetto puramente fisico, ma per intercetto del pallone, ossia il trovarsi nel posto giusto al momento giusto (anticipando le traiettorie), che gli consente di arpionare il pallone calciato dagli avversari e poi di giocarlo verticalizzando e mettendo il compagno meglio piazzato davanti al portiere o, decidendo di saltare un paio di giocatori in dribbling per poi concludere in porta.
Questa è la differenza tra Carrascal e gli altri giocatori tecnicamente eccelsi. Il ragazzo ha sensazioni calcistiche innate!
Tempo fa Spalletti dichiarò che ringraziava Dio per aver visto le giocate di Totti negli allenamenti e mutuando questo concetto, un amico mi ha confermato che vedere Antonio Cassano nelle partite di allenamento era come il massaggio dell’anima per quanto emozionanti fossero le sue giocate in cui univa intelligenza e tecnica, cioè lui prima immaginava e poi rendeva pratica l’idea con gesti tecnici sublimi. Questa intelligenza calcistica così elevata potrebbe consentire a Cassano di ritagliarsi un ruolo tecnico in una squadra, magari come scout o meglio, come direttore tecnico a supporto di un allenatore, allo scopo di rendersi utile continuando a vedere in anticipo le cose, grazie alla sua intelligenza calcistica innata, al suo “sentire” il calcio.
Nella foto di copertina il talentuoso colombiano Carrascal con la maglia del River Plate