Il ritorno di Toscano, l’ex “cannibale” ha infiammato il Liberati
Cioccolatini, carezze e baci prima di cominciare, un finale con spruzzate di veleno quindi i sorrisi e di nuovo le carezze quando la partita è finita da un po’ e gli animi si sono stemperati. Il ritorno al Liberati di Mimmo Toscano nelle vesti di avversario è stato un po’ come era lecito aspettarselo. La sua squadra (Feralpisalò) punta alla promozione proprio come la Ternana e qualche altro protagonista del girone B della serie C. Terni e la Ternana però sono rimasti nel cuore all’ex “cannibale”.
Un campionato vinto, la serie B goduta nella prima stagione. Poi esoneri e ritorni poco fortunati. Quasi da amanti traditi. Toscano ci teneva a far bella figura davanti ai suoi vecchi tifosi. Aveva dispensato lodi alla squadra di De Canio definendola “compagine di altra categoria”, quasi fosse da ritenere fuori dalla portata degli altri mortali competitor di serie C. Un modo per mettere le mani avanti? Forse. Ma anche la foto esatta di una squadra, la Ternana, con il migliore organico del girone. Però la commozione scaturita dagli applausi che il Liberati gli ha tributato prima del via ha lasciato il posto alla preoccupazione per lo svarione dei suoi difensori che dopo cinque minuti ha regalato a Marilungo la prima palla gol (non sfruttata) della partita. Ma la preoccupazione è durata poco perché la squadra di Toscano ha preso ben presto in mano la partita recitando a dovere uno spartito semplice e produttivo, uno di quelli che a Terni conoscono bene. Aggressiva, veloce, ficcante in avanti girando intorno alla classe irrinunciabile dell’airone Caracciolo.
Una esibizione che è diventata sempre più solida col passare dei minuti e che proprio Caracciolo ha lasciato immaginare potesse diventare vittoria in avvio di ripresa. A quel punto, anche in panchina, il Toscano che metteva in evidenza un certo aplomb ha lasciato il posto al tecnico dal sangue caldo che i ternani ben conoscono, quello che nemmeno vede i limiti della propria area tecnica, che vorrebbe lanciarsi in campo per meglio spiegare i movimenti ad ognuno dei suoi.
Insomma, col passare del tempo l’immagine di Mimmo Toscano si è trasformata diventando, come giusto, quella di un nemico “sportivo” che aveva interessi contrapposti, che è quasi entrato in campo nei minuti finali per reclamare un mani di Bergamelli a fermare il suo Marchi poco oltre la linea di metà campo. Minuti che scorrevano lenti verso una vittoria che avrebbe fatto gonfiare il petto al tecnico calabrese e migliorato la classifica dei gardenesi. Un quadretto ideale, un epilogo immaginato chissà quante volte, un sogno scacciato via dalla capocciata di Diakité che ha rimesso in equilibrio il risultato quando il più per Toscano e i suoi sembrava fatto.
Invece no, il difensore rossoverde, aveva rotto l’incantesimo attingendo proprio a quei valori che Toscano ha sempre professato: coraggio, voglia di lottare, caparbietà. Quel non morire mai che lui ha sempre chiesto alle sue squadre gli ha tolto la vittoria e fatto saltare i nervi. Così ne è nato un finale quantomeno elettrico con lui tirato via dai suoi e gli altri a urlarsi in faccia chissà cosa.
Un po’ di dolce poi l’amaro prima delle carezze finali, quando tutto era passato e agli archivi era finita una partita giocata molto bene dalla Feralpisalò, assai meno dalla Ternana. Con un finale ribaltato: gardenesi in affanno e rossoverdi rovesciati in avanti col sangue agli occhi e un sacco di attaccanti in campo. Per un pareggio che accontenta tutti ma non fa felice nessuno perché tutte e due le squadre dovranno lavorare ancora parecchio per centrare l’obiettivo comune.