IL MODELLO FAGGIANO
Partire dalla serie C con una squadra che proviene dal campionato dilettanti e vincere altri due campionati consecutivi arrivando in serie A e conseguendo poi la salvezza con un campionato tranquillo non si possono meritare che applausi. Beninteso che quando una squadra ottiene costantemente risultati vuol dire che ha una società forte e intelligente alle spalle.
Che è una verità incontrovertibile da cui non si può prescindere.
“L’architetto” di questo progetto è un giovane direttore sportivo di 42 anni che già nel passato è riuscito a vincere e a portare il Trapani dalla C fino alla finale playoff per la promozione in serie A con Serse Cosmi allenatore. Risponde al nome di Daniele Faggiano. Subentrato in corsa alla direzione dei ducali in serie C a dicembre, dopo la poco felice esperienza nel Palermo di Zamparini, ha avuto il merito di scegliere l’attuale allenatore D’Aversa e iniziare un ciclo vincente che dura tutt’oggi e che, al primo tentativo, lo ha portato a vincere i playoff di serie C.
Notevoli i meriti nell’aver difeso il tecnico nella prima stagione di serie B dopo cinque sconfitte consecutive ed aver raggiunto il secondo posto valido per la promozione diretta.
Analizzando con attenzione come ha condotto il mercato, il comune denominatore è rappresentato dall’aver scelto sempre giocatori di categoria, prima in C, poi in B, infine in A. Il concetto di fondo non è assolutamente sbagliato, perché ogni categoria ha giocatori che le sono appropriati e pur apprezzando un tipo di calcio basato sullo scouting – nell’ottica di scoprire un talento prima degli altri che poi possa produrre una plusvalenza – bisogna ammettere che Faggiano ha i risultati dalla sua parte e chi vince, nel calcio, ha sempre ragione. Aggiungiamo poi che la serie A italiana è campionato assolutamente difficile, che necessita di grande esperienza e scelte azzeccate per evitare di bruciarli i talenti.
L’Empoli per fare un esempio evidente, è retrocesso con una squadra le cui dinamiche rispondono pienamente a quello che rappresenta per le squadre di provincia il calcio ideale. Ovvero scegliere e crescere giovani, creando talenti atti a generare 70 milioni di utile, ma è adesso in serie B ed è difficile oggi ipotizzare l’immediata risalita. Anche se, e questo risulta assolutamente fondamentale, con il prossimo bilancio si è assicurato calcio per i prossimi cinque anni grazie alla cassa che ha generato.
Tornando a Faggiano, al primo anno di serie C a Parma, ha aggiunto nel mercato di gennaio Scozzarella, Munari, Frattali, Di Cesare e Scaglia che hanno regalato la giusta esperienza per vincere gli spareggi. Promosso in B ha messo nel roster Barillà, Siligardi, Di Gaudio, Insigne, Gagliolo e Ceravolo, tutti specialisti della cadetteria per arrivare secondo e salire senza spareggi.
In serie A si è giovato dell’esperienza di Bruno Alves dietro, Gobbi e Rigoni a centrocampo, Biabany e Gervinho in avanti che, con l’innesto di Kucka a metà campionato hanno regalato un torneo tranquillo ai ducali. La scorsa estate ha inserito Darmian, Inglese, Cornelius ed Hernani e negli ultimi giorni ha ottenuto Kurtic dalla Spal.
La costante è assicurarsi da un lato giocatori di esperienza con molte partite importanti sulle spalle e dall’altro, di aver recuperato a buoni prezzi, giocatori che dopo aver fatto bene in Italia si erano trasferiti all’estero (Bruno Alves, Gervinho e Kucka per fare dei nomi).
Al momento ha ottenuto ottimi risultati e, per attuare il suo calcio, Faggiano non ha bisogno del reparto scouting, perché acquista giocatori d’esperienza. Ampiamente conosciuti. Facendo scommesse con altissime probabilità di vittoria. Questa politica necessita però del costante supporto dei risultati e della permanenza nella massima serie.
Si potrebbe ovviamente migliorare il tutto inserendo giovani di proprietà, scelti in maniera mirata allo scopo di aggiungere ai risultati sportivi i risultati economici derivanti da eventuali plusvalenze derivanti da cessioni (Kulusevski apparteneva all’Atalanta e il Parma lo ha valorizzato godendosi il valore sul campo, ma non la plusvalenza nel bilancio). La certezza ormai acquista è che il Parma il prossimo anno continuerà a giocare nella massima serie e magari, sulle certezze di un gruppo valido per la categoria, potrà cominciare a inserire talenti che possono aiutare i conti economici. Dopo i notevoli investimenti degli ultimi anni.