IL GIOCO DELLE PARTI… E IL CALCIO VA IN MALORA
“ …Scelta tecnica…” “Il direttore sportivo ha detto che siamo troppi in quel ruolo”… “E’ il Presidente che decide e ha l’ultima parola…” “… E’ tutta colpa del procuratore…….”
Quante se ne sentono sui campi di calcio. Nessuno che vuole assumersi la responsabilità della scelta fatta.
Tecnici aziendalisti che pur di proseguire nella loro “carriera” accettano di allenare e mandare in campo le così dette “PRATICHE”. Chi sono le “pratiche”? Lo sanno tutti, sono quelli che non possono giocare al calcio (per quanto sono scarsi), ma portano lo “sponsor” (spesso il padre) da decine di migliaia di euro e trovano posto in squadra; di certo a danno della qualità della rosa e di tutti quei “giocatori veri” che lo sponsor non ce l’hanno.
Ognuno di loro toglie il posto ad un professionista vero.
Chiaramente la prassi dello “sponsor” (chiamiamolo così), ora è diventata buona abitudine anche di quegli allenatori, incompetenti, che altrimenti non troverebbero una panchina neanche con il lanternino.
E i Direttori sportivi?…ce ne sono delle categorie più svariate. Quelli “amici” dei procuratori che “steccano”. Quelli che prendono un “obolo” direttamente dai giocatori, ahimè spesso dilettanti. Quelli che raccontano verità manipolate a “Presidenti” che spesso di calcio poco ci capiscono… Ci sono pure quelli che chiedono cambi in natura alle signore mamme (perché per un figlio si è pronte a tutto), a prescindere dall’età del ragazzo.
E veniamo ai Presidenti. Molti di loro, hanno soldi per vincere le “guerre”. Investono sul “giocattolo Calcio” per divertirsi, si fa per dire. Si contornano spesso di figure non sempre competenti in materia di sport, ma di certo eccellenti “giocolieri” con i portafogli delle società!
Questi personaggi “di corte” prendono impegni economici per i vitti e per gli alloggi, per i compensi dei giocatori, per il loro stesso compenso… tanto poi paga il Presidente, mica loro…
Spesso sono la causa di fallimenti societari.
Non parliamo poi del mercato dei giocatori. Pacchi ambulanti, alcuni dei quali stanno al “gioco” e in cambio di un contratto fanno quadrare i bilanci con i soldi del “Monopoli”.
E attenzione (per concludere)…”Se non stai al gioco…finisci fuori rosa e smetti di giocare”, in altri termini…”Ti faccio sparire”.
Ora una domanda nasce spontanea! Cosa ha che fare tutto questo con lo sport, con il calcio?
Il Codice di Giustizia Sportiva prevede:
Art. 1 – Ambito di applicazione oggettivo
1. Il presente Codice di giustizia sportiva, di seguito denominato Codice, disciplina le fattispecie dei comportamenti rilevanti sul piano disciplinare e regola l’ordinamento processuale sportivo nonché lo svolgimento dei procedimenti innanzi agli organi del sistema della giustizia sportiva della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), di seguito denominata Federazione.
2. Il Codice non si applica ai procedimenti relativi alle violazioni delle norme sportive antidoping nonché agli organi competenti per l’applicazione delle corrispondenti sanzioni.
Art. 2
Ambito di applicazione soggettivo
1. Il Codice si applica alle società, ai dirigenti, agli atleti, ai tecnici, agli ufficiali di gara e ad ogni altro soggetto che svolge attività di carattere agonistico, tecnico, organizzativo, decisionale o comunque rilevante per l’ordinamento federale.
2. Il Codice si applica, altresì, ai soci e non soci cui è riconducibile, direttamente o indirettamente, il controllo delle società, alle persone comunque addette a servizi delle società stesse e a coloro che svolgono qualsiasi attività all’interno o nell’interesse di una società o comunque rilevanti per l’ordinamento federale.
Art. 3
Rapporti tra il Codice e le altre fonti normative
1. Il Codice è adottato in conformità a quanto disposto dalle norme dell’ordinamento statale, dallo Statuto del CONI, dai Principi di giustizia sportiva e dal Codice della giustizia sportiva adottati dal CONI, quest’ultimo di seguito denominato Codice CONI, dallo Statuto della FIGC, di seguito denominato Statuto, nonché dalle norme della Fédération Internationale de Football Association (FIFA) e della Union of European Football Associations (UEFA).
2. Per tutto quanto non previsto dal Codice, si applicano le disposizioni del Codice CONI.
3. Fermo restando quanto previsto dall’art. 39 del Codice CONI, vi è autonomia dell’ordinamento federale nella qualificazione dei fatti ai fini disciplinari e autonomia degli organi di giustizia sportiva nella definizione dei giudizi, indipendentemente dai procedimenti innanzi alla autorità giudiziaria ordinaria.
4. In assenza di specifiche disposizioni del Codice e di norme federali, gli organi di giustizia sportiva adottano le proprie decisioni in conformità ai principi generali di diritto applicabili nell’ordinamento sportivo nazionale e internazionale nonché a quelli di equità e correttezza sportiva.
Da quanto sopra si evince, con certezza, che gli organi competenti, dovrebbero tutelare al massimo l’equità e la correttezza sportiva. Nel rispetto dei valori e dei principi dello sport. Ma quando mai, accade!
A seguire il Regolamento del Settore Tecnico (che prepara allenatori qualificati) cita:
Art. 19 Compiti dei Tecnici
1. I Tecnici inquadrati nell’Albo del Settore Tecnico devono:
a) tutelare e valorizzare il potenziale tecnico-atletico della società per la quale sono tesserati;
b) curare la formazione tecnica e le condizioni fisiche dei calciatori;
c) promuovere, tra i calciatori, la conoscenza delle norme regolamentari, tecniche e sanitarie;
d) disciplinare la condotta morale e sportiva dei calciatori ed adempiere a tutti i compiti tecnici e disciplinari loro affidati dalle società e connessi alla loro posizione nell’ambito delle stesse.
In conclusione.
Un allenatore scelto da una società per le competenze dimostrate, dovrebbe (ipotetico) scegliere i giocatori evoluti, calcisticamente parlando, allo scopo di valorizzare la società e quindi, indirettamente il calcio Nazionale! Giusto?
Ma come mai la stessa Federazione lamenta che in Italia non escono più campioni? E come mai le Società Professionistiche schierano in campo giocatori che non sanno neanche fare un “controllo” di palla?
E ancora… perché le squadre Primavera e le Prime Squadre sono infarcite di stranieri, con tutte le società Dilettantistiche (di così detta formazione) che ci sono in Italia?
E’ evidente che qualcosa non torna! Che certamente qualcosa di sbagliato c’è!
Eravamo una Nazione che insegnava calcio e siamo diventati una massa di “Cialtroni”?
Ai posteri l’ardua sentenza.
A presto, sempre senza peli sulla lingua.
Nella foto: Oronzo Canà ed il suo “particolare” presidente