IL DS LEONE: BANDECCHI UN ESEMPIO, FARA’ GRANDE LA TERNANA
Ripresa del campionato, o meglio del lavoro sul campo; format dei campionati nella stagione che verrà, costruzione della squadra: temi caldi che per Luca Leone, direttore sportivo della Ternana, vogliono dire impegno costante. Certo, anche colpa del lockdown che lo ha costretto a restarsene a Terni in quarantena, pandemia che gli ha portato via il padre: un lutto che sarà difficile metabolizzare anche per il modo in cui si è concretizzato, a chilometri di distanza.
Insomma, periodo duro per Luca Leone che comunque guarda avanti. “E’ questa la vita, non si può fare altrimenti ed è giusto che sia così. Rimettersi a lavorare probabilmente è la migliore medicina anche se certi pensieri ti restano”.
Oggi c’è una Ternana da rimettere in carreggiata e l’operazione non è semplicissima. “Non lo è per nessuno perché le incognite sono tante e i vincoli spesso insuperabili. Per noi della serie C rispettare il protocollo sanitario è impossibile. Ne ho parlato con i nostri medici anche l’altro giorno e non ci sono veramente le condizioni. Anzi, penso sia complicato anche per parecchie squadre di serie A. Però loro alla fine andranno avanti mentre noi resteremo ai box”.
In attesa di capire come la stagione finirà e soprattutto come riprenderà la serie C che, a vederla da fuori, sembra essere un vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro.
“La nostra posizione era e resta chiara, il presidente Bandecchi l’ha espressa benissimo. Se ci saranno le condizioni più avanti nel tempo potremmo riprendere disputando play off e coppa Italia, altrimenti dovremo andare per forza alla revisione dei format. Anche perché è assurdo parlare di sostenibilità con 60 squadre di serie C e lo è ancora di più mandare avanti il calcio italiano con un numero abnorme di società professionistiche. Però al momento il consiglio di Lega ha assunto decisioni diverse quindi non ci resta che aspettare le determinazioni del consiglio federale”.
In ogni caso l’ipotesi di una serie B allargata a 40 squadra e la reintroduzione del semiprofessionismo in Lega Pro potrebbe essere la soluzione di gradimento anche per la Ternana.
“E’ una delle ipotesi sul campo. Personalmente la considero non solo possibile ma auspicabile. Con un distinguo che ritengo doveroso: due gironi, B1 e B2 con le promosse dalla serie C in B1 e le altre , quelle che avrebbero partecipato ai play off in B2 perché certi meriti acquisiti sul campo vanno rispettati”.
Anche se mentre Reggina e Monza la B ce l’hanno in tasca il Vicenza deve ancora guadagnarsela. “Dettagli che potrebbero essere facilmente superati. Però, ripeto, la riforma è fondamentale per dare un futuro e una credibilità migliori al nostro calcio”.
Intanto la Lega Pro si ferma. In due mesi non ha elaborato una proposta se non quella del sorteggio per la quarta promossa “ipotesi ridicola” e per chi deve mettere insieme i tasselli di una squadra tutto resta in alto mare.
“Questo per quanto ci riguarda è vero fino ad un certo punto, anzi voglio aggiungere che fare mercato è l’ultimo dei nostri problemi. Il merito è in gran parte del nostro presidente, del suo modo di porsi anche nel periodo di lockdown unendo il grande cuore ad una imprenditorialità così importante. La Ternana è una società solida, rispettata, ammirata e sono tanti i giocatori che verrebbero di corsa a vestire la nostra maglia. Quindi da questo punto di vista nessun problema particolare anche se l’anno scorso volevamo fortemente un giocatore che, nonostante la nostra proposta importante ha scelto una squadra di serie superiore (Forte alla Juve Stabia n.d.r.). Un problema che ad esempio la riforma ipotizzata in questi giorni potrebbe farci superare, almeno in parte. Dovremo essere bravi a scegliere le pedine giuste per migliorare un gruppo già molto buono visto che, nonostante qualche scivolone, era lì a giocarsi promozione e coppa Italia. Un gruppo che non andrà smantellato perché sono perfettamente in linea col presidente Bandecchi: dobbiamo costruire e non ricostruire ogni anno”.
A sentire Leone viene facile immaginare che nella Ternana l’ipotetico cartello “lavori in corso” sia stato posto da tempo sulla porta della sede. E il diesse conferma “perché stiamo lavorando ad un programma importante, molto ambizioso. Il presidente ci tiene ad ottenere anche nel calcio i successi che ha ottenuto e sta ottenendo nelle proprie attività imprenditoriali e, soprattutto, ci tiene a dare soddisfazioni ad una città con la quale si è legato in modo straordinario. Noi dobbiamo lavorare sodo e sbagliare il meno possibile per sostenere questa sua enorme voglia di fare bene. Detta fuori dai denti, per l’esperienza che ho maturato, posso affermare che di imprenditori/presidenti come Stefano Bandecchi ce ne sono pochi nel calcio. E il calcio farebbe bene a tenerselo stretto perché sono questi i personaggi giusti, le basi sulle quali far crescere il nostro movimento che negli anni è stato depredato da troppi soggetti che hanno anteposto i loro interessi a quelli delle società e delle città, tradendo la passione dei tifosi”.
Ternana d’aggiustare quindi per un obiettivo che, al di la del format cambierebbe di poco. “Diciamo di niente perché non dobbiamo mettere insieme un gruppo ancora più forte di quello attuale con pochi innesti mirati. Perché l’unione, la compattezza che si è creata in questo gruppo è un bene che dobbiamo preservare. Anche il presidente è molto affezionato a tutti noi e non manca occasione per dimostrarcelo. Quindi nessuna rivoluzione qualunque sia l’epilogo di questa stagione”.
Con Luca Leone sempre ben saldo al suo posto nonostante le voci ricorrenti di cambiamento. “Chiacchiere, credimi. Ho accettato con grande gioia la proposta della Ternana dopo aver parlato o meglio ancora ascoltato (e qui ci scappa la risata n.d.r.) per un’ora il presidente. Con lui c’è grande intesa anche sul programma. Voglio contribuire ai suoi successi calcistici e a quelli di una città che mi ha accolto benissimo. Quindi nessun altro pensiero. Sono e resto alla Ternana…se Bandecchi vorrà, ovviamente”.
Nella foto di copertina (Sporterni): Luca Leone in compagnia del presidente Stefano Bandecchi