Girone H. Cenerentola in fuga, il “graffio” di D’Agostino, il Brindisi si è già sgonfiato?

Cenerentola è in fuga. Che sorpresa! Fasano, una squadra con una media età di poco superiore ai 23 anni, solitario in vetta. Sugli scudi Giuseppe Laterza, l’allenatore cresciuto in casa e quel manipolo di giovanottini.

Questo è il messaggio, subliminale, lanciato dalla terza di campionato nel girone H.

Un progetto fortemente voluto e sostenuto dai tifosi. “Il Fasano siamo noi” non è soltanto un modo di dire. Una crescita costante. Di categoria in categoria. “Un passo alla volta, un avversario alla volta, una vittoria alla volta”. Senza sperpero di denaro. I costi di gestione totale del Fasano (contenuti) sono quasi equivalenti agli ingaggi della coppia di attaccanti (un lusso per la categoria) che manda in campo il Bitonto. Questo è il “bello” di questo campionato.
Domenica Patierno, Lattanzio (rimasti a secco) e soci sono usciti dal campo dei biancocelesti adriatici con le pive nel sacco. Che il Bitonto (bello e impossibile) si sia troppo specchiato sulle sue doti e qualità (siamo bravi, siamo belli)?

Incidenti di percorso che in serie D si pagano a caro prezzo.

Dicevo. “Cenerentola” Fasano in fuga ed a punteggio pieno. Chi lo avrebbe mai detto solo poche settimane addietro. “Sono tutti punti buoni per la salvezza”, ripetono però nella cittadina adriatica. Una scaramanzia? Certo, modestia lo impone. Ma senza porre limiti alla provvidenza, perché in campo si va sempre per vincere. Di sicuro Giuseppe Laterza ed i suoi ragazzi pongono oggi la loro candidatura come rivelazione del campionato. Con un occhio particolarmente “attento”, in sinergia con il club a quel “giovani D valore”. Perché al denaro non si dice mai di no!

Stefano D’Agostino toglie le ragnatele dall’incrocio dei pali della porta avversaria. Un gol, dai tanti significati, che sblocca il risultato e libera le menti (anche quella di Ragno). Una “pennellata” d’autore che cancella anche il primo tempo anonimo e confuso dei rossoblu. Difficile giocare contro un avversario (da categoria inferiore) che si rintana nella propria metà campo giocando sempre e costantemente solo di rimessa.
Proprio per questo l’utilizzo di un calciatore con le caratteristiche di D’Agostino diventa determinante. Un “graffio” e via. Appunto. Una partita che rischiava di diventare scorbutica, si pone immediatamente in discesa.
Dicono. Si dice nel nostro ambiente, che tutti gli allenatori vorrebbero avere problemi di abbondanza. Con una rosa particolarmente ampia.

D’Agostino, quei problemi, li crea a Ragno.

Si perché nello scacchiere tattico del tecnico tarantino il bravo Stefano trova difficoltà di inserimento. Ieri la squalifica del permaloso Genchi (caro “Peppiniello” sapessi quanta “pagnotta” devi ancora mangiare e quanto devi ancora imparare, in logica e comportamenti) ha convinto (o obbligato?) l’allenatore a mandarlo in campo. Una prestazione normale impreziosita da un gesto tecnico d’eccezione.
Questo è D’Agostino.
Magari croce e delizia dal punto di vista tattico. Magari poco partecipe ai sacrifici che impone il gioco, ma che improvvisamente si erge a protagonista ai fini del risultato.

Ieri ha cercato la punizione. L’ha ottenuta. Ha messo la palla su quella (sua) mattonella ed ha fatto “esplodere” lo Iacovone. Hai detto poco! Quei “colpi”, in questa squadra, li ha soltanto lui!
Ragno ha il compito (non facile) di gestire al meglio questa situazione. D’Agostino, che può rivelarsi un valore aggiunto, deve accettare un utilizzo magari anche a tempo. Perché in attacco Favetta e Genchi sembrano al momento inamovibili nella mente del tecnico. La domanda è: si può tenere a bagnomaria, soprattutto nelle partite casalinghe (quando tutti gli avversari si asserraglieranno dietro la linea della palla), un calciatore con quelle prerogative?
Senza dimenticare Oggiano, un altro al quale l’utilizzo a mezzo servizio sembrerebbe non gradito.

Dando uno sguardo alla classifica: da non trascurare Gelbison. Unica (assieme al Fasano) che non ha ancora subito reti. Andria, due partite un solo punto, anche se fa fatica a risalire in classifica.
Vince il Foggia ancora in costruzione. Ninni Corda sta trasmettendo alla squadra la sua cattiveria agonistica. Sembra essere stato superato il periodo di ambientamento. Felleca non vuole recitare da comparsa, sa che la piazza non glielo concederebbe.
Le immagini ci hanno regalato una difesa del Brindisi di burro. Gli avanti del Casarano affondavano ripetutamente smarcati e liberi di battere a rete davanti al portiere avversario. Una quaterna troppo facile. Solo una pessima giornata per i biancoazzurri o il sintomo di una squadra che si sta già sgonfiando?
I numeri sembrano indicare che le pretendenti alla vittoria finale si stanno, tutte, raggruppando nella parte alta della classifica.
E’ sceso finalmente in campo anche il Cerignola. Con una vittoria. La famiglia Grieco e l’ambiente tutto, Franco Metta incluso, si sono messi alle spalle quella “storiaccia” recitata da Gravina e Ghirelli. Ha prevalso il buonsenso, certamente non quello di Federcalcio e Lega Pro. Mercoledì i dauni saranno già in campo nuovamente, per recuperare la gara con il Casarano. Una cartina di tornasole non indifferente. Vincere significherebbe agganciare immediatamente Bitonto,Taranto e Foggia. Le squadre maggiormente deputate (sulla carta) a contrastarlo nella corsa verso la promozione in serie C. La partita sarà molto utile anche per i salentini. Una verifica. Quella quaterna rifilata al Brindisi fu gloria vera?

I prossimi tre turni. Un crocevia impegnativo e di grande interesse per tutte le squadre che, almeno sulla carta, puntano a vincere il campionato. Ancora non decisivo, ma fortemente indicativo per il prosieguo del campionato. Scontri diretti dal cui esito potrebbero nascere i primi tentativi di fuga.

Buoni “graffi”a tutti.