Ghirelli, l’Audace Cerignola, il… Fifa Quality Pro ed i soldi del “Monòpoli”

Viene da chiedersi se Francesco Ghirelli, immeritatamente (come abbiamo appurato a posteriori) eletto presidente (minuscolo) della Lega Pro, reciti con buona coscienza o a mo’ di giullare provocazione.
Appare evidente, lo dimostrano gli eventi, che il tutto suona a presa in giro di tutti coloro (dirigenti, tesserati, media e tifosi) che seguono la vicenda, divenuta complessa, della serie C.
Il ripetere continuo “siamo bravi, siamo belli, siamo unici” è un ritornello divenuto stucchevole. Di nessun rispetto verso il prossimo. Come accennavo sopra: una presa in giro bella e buona.

Il campionato dei campanili, delle famiglie. “Abbiamo riportato la gente allo stadio”, ma quando mai?! Guardi invece, il girovago Ghirelli, quanti erano i paganti, domenica scorsa, nella partita del Rende. Non gli abbonamenti di Cesena o di Bari. Club che non appartengono a questa categoria e ci si trovano (di passaggio) soltanto a causa di precedenti gestioni scellerate e fallimentari. Sfuggite ai controlli della Covisoc e di tutte le istituzioni del sistema calcio.

Sulle carenze generali della categoria porto ad esempio due situazioni, pur diverse, ma entrambe precarie.

Si stanno verificando ad Avellino ed a Teramo. Hanno già fatto ben comprendere che, anche quello che si è iniziato domenica scorsa, sarà un campionato falsato. Farlocco.
Gli Irpini vivono una esperienza travagliata. Un peccato! Non me ne vogliano i tifosi biancoverdi, ma i guai giudiziari che coinvolgono la proprietà indicano che il loro percorso è segnato negativamente.
Affronterò in altra sede ed in modo più analitico, l’argomento che riguarda la precarietà che emerge nella gestione di quel club.

Teramo vive una esperienza diversa, ma anomala.

Riguarda lo stadio Bonolis. l’impianto (posa in opera delle sedute e rifacimento del manto sintetico) doveva essere consegnato entro 25 agosto, data d’inizio del campionato.
Considerati i tempi “tecnici” per collaudi e verifiche, la prima partita casalinga del Diavolo, in calendario il primo settembre, contro la Sicula Leonzio, si doveva giocare in campo neutro (scelto il Giovanni Cornacchia di Pescara). La gara è già stata rinviata (per di più a data da destinarsi) in quanto concomitante con una partita interna (di serie B) dei biancocelesti padroni di casa.

Il problema reale del Teramo non è però quello sopra esposto.
A questa altezza del campionato è lecito porsi una domanda. Chi ha attestato che il Bonolis era a norma, nelle date previste dai regolamenti, permettendo al club abruzzese di iscriversi al campionato?
Se era previsto che l’impianto doveva essere consegnato il 25 agosto il Teramo (che tutt’ora non gioca in casa) non poteva essere in possesso del certificato Fifa Quality Pro.
Quello, determinante, richiesto per esempio all’Audace Cerignola.
Perché è qui che cade l’asino!
Ma dai Vittorio! Guarda un po’ cosa sei andato a scovare.
Certo. Vi pare poco? Ecco una ulteriore dimostrazione di come il calcio di serie C viva l’ennesima stagione farlocca.

Ricorderete, cari lettori, che alla compagine pugliese della famiglia Grieco è stato negato il ripescaggio proprio con quella motivazione.
Il Cerignola non ha potuto esibire, prima dell’inizio del campionato, la certificazione Fifa Quality Pro relativamente al manto sintetico del Domenico Monterisi.

Eppure lo stadio venne consegnato (a norma) nella disponibilità del club il 24 luglio scorso. Come attestato nella relazione sottoscritta alle ore 23,45 (dello stesso giorno) dall’ingegnere Verzillo. La logica dei tempi impediva però il possesso di quel benedetto certificato.

Dico io, senza dubbio al Cerignola. Come, dico sempre io, certamente e con maggior ragione anche al Teramo!

Chiedo: ed a quanti altri ancora?

Ricordo a tutti i miei affezionati lettori che, per iscriversi al campionato, la regola impone ai club che usufruisco di impianti in sintetico, di essere in possesso del Fifa Quality Pro.

Sta a significare che vale per tutti. Domanda: e quanti sono quelli che lo hanno?

Ed è a questo proposito che, in previsione della Collegiale, che si terrà al Tar del Lazio il prossimo 9 settembre, che la dirigenza del Cerignola vuole vederci chiaro.

Lo scorso 25 luglio 2019 il club chiede infatti alla Lega Pro di accedere agli atti relativi. Specificando quelli di cui necessita avere copia. Sono evidenti le ragioni che lo spingono a verificare che i criteri di selezione siano stati ugualmente applicati a tutti.
Nella richiesta il sodalizio specifica, dettagliatamente, anche i riferimenti normativi che regolano la procedura di accesso agli atti.

La Lega, in termini, risponde (il 23 agosto scorso), a firma del segretario generale (minuscolo) Paolucci, che la richiesta è generica e quindi con mere finalità esplorative e che in ogni caso la Lega non è tenuta a rispettare la normativa sull’accesso agli atti. Essendo solo una articolazione della Federcalcio ed quindi autonoma.

Una cantonata madornale. Una risposta che da sola conferma le mie sensazioni. Paolucci è stato assunto più per raccomandazioni di parenti e amici che per effettiva preparazione professionale. Una conferma in più del “decadimento” generale della Lega di terza serie.

Proprio a tal riguardo, infatti, il TAR Lazio (Sezione Prima Ter – Camera di Consiglio del 24 aprile 2018, Presidente Germana Panzironi), in un caso analogo (quello della Vibonese), che ha interessato proprio la Lega Pro, ha rilevato che alla stessa incombono gli stessi obblighi allorquando svolge funzione pubblicistica.

Decisione del TAR che, importante e fondamentale evidenziare, non è mai stata impugnata dalla Lega Pro.
Più che probabilmente pertanto il Cerignola, anche per entrare in possesso di quella indispensabile documentazione, debba coinvolgere ulteriormente il Tar del Lazio.

Da tutta questa incresciosa vicenda cosa emerge? Che di certo Paolucci non è all’altezza del compito affidatogli. Al proposito sarebbe anche opportuno approfondire.
Che la Lega Pro ha qualcosa da nascondere? Probabile (il suo comportamento lo lascia perlomeno pensare) altrimenti per quale motivo si propone in maniera tanto ostativa.
Di certo rimane il fatto che è stata fatta una “porcata” ai danni del Cerignola.

Ancor di più ai danni della categoria. Del sistema. Perché si tengono in carico club in carenza economica ed infrastrutturale a danno di altri che, per organizzazione e forza finanziaria, le darebbero maggiore lustro.
Argomenti questi che dovrebbero interessare, molto, Francesco Ghirelli. Unitamente alla ricerca, indispensabile, di sponsor e risorse economiche. Perché l’acqua scarseggia e la papera non galleggia (riferendosi alle economie dei club)!  Al proposito attendo ancora una risposta su quel benedetto comunicato in cui (il girovago) minacciava (sic!) lo sciopero ed il blocco dei campionati (ma quando mai!).
Il presidente (minuscolo) appare invece coinvolto, prevalentemente, nel suo gran girovagare. Da più parti si dice che abbia dato inizio alla campagna elettorale con il suo sodale Gabriele Gravina. Alla faccia di ogni accordo.
Domenica scorsa Ghirelli era a Monopoli.
E’ stato omaggiato del “Monopoly-Edizione Monopoli”.
Il gioco, per manager virtuali, dove si comperano case ed alberghi con moneta fittizia.
Un consiglio voluto o l’allusione è stata casuale?

Nelle foto: Ghirelli con il gioco del Monopoli, Lo stadio Bonolis di Teramo, il segretario della Lega Pro Paolucci