Franco Baresi “Libero di Sognare”, un invito ai giovani …
Baresi? Li trovi un po’ dappertutto. Anche al Polo Nord può capitare di ascoltare l’inconfondibile parlata di un barese che non si capisce come e perché sia arrivato in quel posto e poi a farci cosa???
Però, nel dire Baresi, questa volta, non mi riferisco ai cittadini del capoluogo pugliese, ma all’inimitabile, inconfondibile, incredibile Franco Baresi ex calciatore, capitano nonché attuale vicepresidente onorario del Milan!
E si cari amici, mi riferisco proprio a lui Franco detto “Franz” Baresi e, per qualche allenatore più attempato, il “piscinin” per distinguerlo dal fratello maggiore Giuseppe pure campione di calcio dell’Inter.
In concomitanza con la vittoria del 19esimo scudetto del suo Milan, Franco Baresi ha aderito all’invito proposto da alcune associazioni “Milan club” della provincia di Taranto, in primis Palagiano, per festeggiare insieme a tutti noi e per presentare il suo libro “libero di sognare” composto a quattro mani con il giornalista e scrittore Federico Tavola.
La grande kermesse si è svolta il 28 e 29 maggio presso l’istituto Quinto Orazio Flacco di Palagiano, alla presenza di vari giornalisti e scrittori nonché degli iscritti ai “Milan Club” del territorio. Nell’occasione è’ stata anche esibita la “coppa dei campioni” vinta dal Milan stellare nel 2003.
Tutta la comitiva si è poi trasferita presso i saloni di un noto ristorante del territorio per festeggiare “il capitano” e per degustare piatti tipici della cucina pugliese.
Qui il capo ultrà della curva sud del Milan, Giancarlo Capelli (detto il Barone) ha voluto anche spiegare le motivazioni che hanno spinto i responsabili della tifoseria milanista a punire severamente (con ceffoni ben assestati) i tifosi più giovani che, per festeggiare, avevano invaso il terreno di gioco dello stadio di Reggio Emilia creando disordini, ostacolando il protocollo della premiazione della squadra rossonera che aveva appena vinto lo scudetto.
Il libro presentato da Baresi, “Libero di Sognare”, racconta della sua vita. Da umile contadino in un paesino vicino Brescia (ultimo di quattro figli) a campione del mondo nell’82 in Spagna e vice-campione in Usa nel ’94,mondiale sfortunato per il quale si sente ancora in colpa per un rigore sbagliato che, probabilmente (ma non sicuramente), fu la causa della sconfitta, in finale, contro il Brasile.
Poi tanto, tanto Milan, tante vittorie, tante soddisfazioni. Addirittura la fascia di capitano dopo averla vista da ragazzino, ma solo in televisione, al braccio del suo mito incontrastato Gianni Rivera.
La cocente delusione, dopo esser stato scartato dall’Inter, dove già militava suo fratello maggiore Beppe, a causa della sua corporatura troppo esile e l’immensa gioia della convocazione nel Milan a fianco ai suoi miti e mostri sacri Rivera, Bigon, Albertosi.
Pare che qualche dirigente dell’Inter si stia tuttora mangiando le mani per essersi fatto sfuggire un campione come del suo calibro.
Nato nella campagna di Travagliato (ed in questo il suo destino calcistico e personale lo è un po’ stato) libero di correre nei prati, libero lo e’ poi stato di ruolo, per davvero, sui campi di calcio. Per tutta la sua carriera calcistica, svoltasi (tutta) nella gloriosa squadra del Milan, fino a diventarne una delle bandiere più importanti. Al pari di Gianni Rivera.
Malgrado tanti e tanti successi Il suo destino è stato, effettivamente, un po’ “travagliato”. Dopo la bocciatura nell’Inter giunse la convocazione nel Milan, ma dopo poco tempo si ammalò di una strana malattia che lo faceva deperire giorno dopo giorno e addirittura lo costrinse sulla sedia a rotelle.
Alcuni medici luminari riuscirono però a capire che aveva contratto una grave e rara infezione al sangue e trovarono l’antibiotico adatto. In breve tempo si ristabilì e divenne così il campione che tutti conosciamo.
Il fantasma di quel rigore sbagliato nel ’94 lo perseguita ancor oggi facendogli passare, a volte, delle notti insonni. Anche per questo, a suo stesso dire, Il mitico Franz Baresi, il “piscinin”, ha aderito all’invito dei Milan club pugliesi. Proprio per liberarsi una volta per tutte di questo brutto ricordo e tornare ad essere libero di sognare.
Con le parole del suo libro ha inteso stimolare i giovani a non demordere e non fermarsi al primo ostacolo ed essere liberi di sognare. Perché sognare si può, anzi si deve e soltanto credendoci fermamente i sogni si possono avverare.
Franco Baresi ed io ci crediamo e voi?