FRANCESCO, IL “SANTONE” DECOLLATO, HA PRESO UN BINARIO PERICOLOSO
Vittorio ma che vai dicendo nel tuo titolo. Quello decollato è San Giovanni, ma chi è invece Francesco? Il Papa?
Ma no cari amici, Francesco è il solito. Il vecchietto di Gubbio, preso da improvviso misticismo e amore per il prossimo, che impazza verso tutti con frasi inutili da “santone”.
Il decollato sta, appunto, per senza testa. Come noto.
Sono giorni tremendi per il nostro Paese. Tutti siamo chiamati a un esame. Il primo Ministro Conte ci manda a dire, quotidianamente, che tutti dobbiamo essere consapevoli dei sacrifici. Tutti dobbiamo contribuire alla rinascita della Nazione. La pandemia sta mettendo a terra le economie dell’Italia. Tra queste anche l’industria del calcio. Quel calcio, da non dimenticare, che rappresenta la terza forza finanziaria della penisola.
Non è facile neppure per me, di fronte al male, trattare oggi di questo argomento. A me non interessa però se e come finiranno i campionati. Le coppe internazionali. Se si giocherà o meno l’europeo 2020.
Problemi irrisolti, ben più gravi, assillano il sistema calcio italiano. Desidero farmi comprendere. Si deve fare in modo che l’industria calcio italiana eviti di correre su di un binario insicuro e senza ritorno. Perché il pericolo del default più completo è dietro l’angolo.
Perché in Federcalcio prevale l’immobilismo. Si pensa poco al fare. Molto alle esteriorità e tanto a gratificare (economicamente) le amicizie. La serie A, il volano di tutto il movimento, è spaccata. Afflitta da lotte intestine generate dal modo in cui i presidenti vogliono “spartire” la torta. Ognuno in cerca della fetta più grossa. Diversi club nonostante le corpose entrate sono in sofferenza (un argomento che ho già trattato). Balata, nonostante le avversità del Magno Claudio, che prova a sfilargli la poltrona, sta cercando di tenere in rotta la serie B. L’unico dirigente, tra i professionisti, che si confronta con i desiderata della base. Cosa di non poco conto!
Il vecchietto da Gubbio è, purtroppo per lui, irrecuperabile. Sta smembrando la serie C.
Ghirelli recita da “santone” (vedi qui a fianco). Bontà sua. Protagonista imperterrito di una politica, esclusivamente sua. Sciatta e negativa. Altrimenti detta “Accademia della fuffa”. Quella stessa linea di pensiero che sta accompagnando la Lega Pro verso lo sfascio. Ghirelli dispensa, a destra ed a manca, le “sue” massime senza contenuti. Con una faccia di bronzo unica nel suo genere. Trascura l’essenza, la sintesi del problema: la sopravvivenza della categoria. Il “santone”, in buona sostanza, vende soltanto parole.
Il presidente (sempre minuscolo) della serie C vuol far transitare come epocali provvedimenti, di natura regolamentare e finanziaria che, nella realtà, hanno i contorni del ridicolo. Il comunicato 226/L – 11 marzo 2020, per esempio. Dove si dice che il pagamento degli emolumenti netti delle mensilità di gennaio e febbraio scorsi viene confermato entro il 16 marzo 2020. Quello delle ritenute IRPEF, i contributi INPS ed il Fondo Fine Carriera differito di un mese. Al 16 aprile 2020. Spostato infine al 30 aprile prossimo (un mese) il deposito della Relazione Semestrale. Hai capito che agevolazioni. Praticamente il nulla in considerazione della grande crisi.
Decisioni che hanno del ridicolo. Anche perché il 16 di aprile dovremo ancora scoprire, certamente, se e quando si potrà tornare in campo.
Il vecchietto da Gubbio amministra denaro pubblico in maniera inadeguata. Sa perfettamente che il vero problema dei presidenti è rappresentato dalla sopravvivenza economica. Il suo problema irrisolvibile, invece, è configurato nella palese incapacità di saper gestire.
Un vero guaio per lui. Perché i presidenti di categoria se ne sono finalmente accorti. Si stanno stancando di sentirsi presi in giro. I tam tam della corrente a lui contraria sono sempre più forti. Insistenti. Il tempo, d’ora in poi, renderà ogni giorno più difficile la sua permanenza nel ruolo.
Il tema, scottante, è comune a tutti.
Le società sportive sono direttamente collegate alle imprese dei loro presidenti. Imprenditori che stanno vivendo un periodo di virus economico e finanziario senza precedenti. Tanti gli esempi superati nel passato, che dire delle torri gemelle o della Lehman Brother. Quello attuale coinvolge sfere che purtroppo non si possono gestire né controllare. Ci si deve obbligatoriamente attenere a direttive governative e sanitarie. Tutto questo comporta uno sforzo economico immane che viene richiesto, all’imprenditoria nazionale, su più di un fronte.
Nel contempo gli eventi certificano che il sistema Lega Pro non è più sostenibile. Ridicolo, in questo periodo storico, il solo pensare che i presidenti/imprenditori possano immaginare di sorreggerlo autonomamente. Si è giunti a un crocevia pericoloso. Chi dirige il Paese e lo sport deve prendere coscienza che gli oneri finanziari non possono ricadere tutti su quelle spalle. Il binomio imprenditoria/sistema Lega Pro si è disunito.
Il calcio di serie C non si può e non lo si deve paragonare al lavoro. Con il tempo è divenuto un hobby oneroso anche per soggetti milionari. La categoria non produce reddito, proliferano soltanto i debiti.
Esiste una coerenza, anche morale, che vieta agli imprenditori lo sperpero. Perché di questo si argomenta quando si finanzia un club di serie C. Gettare il denaro non è mai stato considerato un esempio di coerenza. Risponde a una regola non scritta, che impone di essere morigerati in tutti i settori dell’impresa. A breve il ricorso alla Cassa Integrazione (straordinaria) coinvolgerà la maggior parte delle aziende. Costrette a mettere in ghiaccio centinaia di dipendenti. Il danno economico è notevole, già da ora, in tutti i settori. Sarà indispensabile, a livello imprenditoriale, sottoporsi a sacrifici immensi per mantenere in vita le proprie aziende. Sarebbe una risultanza immorale se i presidenti coprissero, in proprio, milioni di euro di perdite solo per soddisfare quell’hobby a cui accennavo sopra.
Quello sopra riportato è il pensiero della (stra)grande maggioranza dei presidenti/imprenditori dei club della terza serie professionistica. Una presa di coscienza divenuta, alla resa dei conti, inconfutabile. Finalmente, aggiungo io. La Lega Pro, per come è gestita da Ghirelli, attraversa un periodo di anarchia governativa imbarazzate. Sotto tutti i punti di vista. Nessuno prende decisioni. Nessuno si assume responsabilità. Il vecchietto da Gubbio è venuto meno su tutte le linee programmatiche suo cavallo di battaglia al momento della sua elezione. Non merita quindi la riconferma.
Accennavo all’industria del calcio come terza realtà finanziaria sul territorio nazionale. Chi governa il Paese e chi dirige lo sport debbono saper trarre le giuste conclusioni. Ed anche in fretta. A chi giova una terza serie professionistica così mal concepita? Un’azienda che registra una perdita annuale di cento milioni di euro non ha motivo di esistere. Da qui l’idea di quella nuova costituente saggiamente suggerita nei giorni scorsi dal presidente del Rimini calcio Giorgio Grassi.
Il vecchietto da Gubbio recita da “santone”. Beato lui che si diverte in tutto questo bailamme. Imperversa con l’accademia della fuffa. Ci propina la filosofia assurda dei campanili e dei pulmini. La “fuffa” dei convegni sul nulla di fatto (vi raccomando quello di Torino sulle seconde squadre, organizzato a inizio di stagione dalla Juventus). Si contraddice giorno dopo giorno a piè sospinto. Ieri spingeva per le partite a porte chiuse, oggi si vanta di aver sospeso il campionato. Per non parlare della decisione di quello sciopero inaudito. E il denaro dello stato oggi dov’è. Insomma è tutto ridicolo.
In Lega Pro manca il denaro per far fronte agli impegni. Anche ai club più virtuosi. Una carenza sulla quale Ghirelli aveva promesso la soluzione. Non c’è riuscito. “Se non ci riesco me ne andrò a casa” disse il giorno della sua elezione. Ora invece, più che mai attaccato a quella poltrona, pensa al futuro immediato. Bisogna finire il campionato. A suo dire ci sarà da giocare, virus permettendo, sino alla fine di giugno. Per dare, sempre a suo dire, una minima parvenza di regolarità all’ennesima stagione falsata. Nei concetti e nei risultati.
L’ennesima gaffe appunto.
L’ennesima prova che il “vecchietto” non pensa. A lui non interessano le difficoltà a cui andrebbero incontro tutti i club prolungando gli impegni agonistici. Costi suppletivi per due mesi in più di vitto ed alloggio. Di personale medico. Di fornitori. Le trasferte in periodo di alta stagione. Le utenze. I maggiori costi per l’uso degli impianti sportivi, anche per gli allenamenti. Migliaia di euro mai preventivati. E’ la dimostrazione della scarsa conoscenza della materia. L’approssimazione nel mettere insieme qualche idea. La poca applicazione. L’inutilità di aver affidato ruoli importanti di vice presidenza a Tognon e ad una attrice anziché a soggetti all’uopo qualificati.
Dell’etica e della trasparenza, quelle sconosciute, mi riservo di disquisire in un prossimo futuro. Perché sono sempre in attesa che sul sito ufficiale della Lega Pro vengano pubblicati gli importi e le modalità inerenti i compensi attribuiti allo stesso Ghirelli, al segretario Paolucci ed a quella recente new entry, l’avvenente dottoressa Buttara.
Insomma Vittorio, sei il solito disfattista. Solo critiche, insoddisfazione, minacce, ma che vai cercando.
Presto detto. Non ho alcun problema a chiarirmi.
Come tutti sto seguendo con un po’ di ansia anche le notizie sulla nostra economia. I tentativi del nostro governo di mettere una toppa alla situazione. Ebbene, in queste ore è in uscito un nuovo decreto che prevede incentivi alle imprese. Liquidità per le aziende. Sospensione di pagamenti e contributi.
Tutte le categorie, sindacati, Confindustria, tutti evidenziano la situazione oltremodo drammatica e chiedono aiuti.
Anche il presidente della Lega di serie B Mauro Balata che ha inviato, al Ministro per lo sport Spadafora, una richiesta di interventi in ambito fiscale, previdenziale e assistenziale a favore del comparto sportivo professionistico (clicca qui Lega B al ministro Spadafora).
Solo il “bel” Gabri ed il decollato Francesco non fanno nulla di utile in tal senso. Pur rappresentando, il calcio, un volano industriale enorme, con funzioni sociali importantissime. Sarebbe stato bello, per una volta, sentire che i nostri (si fa per dire) si erano fatti avanti. A tutela di tutto il movimento.
Ovviamente nulla, invece.
Senza poi contare che la Comunità Europea permetterà una deroga per il 2020 al deficit del 3% del PIL e, ancora più importante, ai cosi detti aiuti di Stato.
E allora sveglia, fatevi sentire. Almeno per una volta, portate a casa qualcosa.