Fabbricini e dintorni: zero in condotta!

Mancano solo quattro giorni, ma sembra un’eternità. Poi, finalmente, si porrà la parola FINE alla gestione commissariale più disgraziata e disastrosa della storia del nostro calcio.
La colpa e le responsabilità? Un po’ di tutti.
Al suono della campanella di questa estate calcistica, ancora non finita (inizia a fare freddo), è ora di dare i voti e le pagelle. Poche, pochissime le sufficienze.

Inizio temporalmente dall’inizio (chiedo venia per la ripetizione). Da quel disgraziato 29 Gennaio. Assemblea federale, nella quale i tre candidati Gravina, Tommasi e Sibilia non sono riusciti a trovare una intesa. Lasciando all’associazione calciatori, del nostro Damiano, il compito di fare da ago della bilancia. Quando Tommasi prese la parola preannunciando che non si sarebbe schierato con nessuno (ma perché?) abbiamo compreso tutto.

Era scattata la “trappola” del Megalò nazionale, che nei giorni antecedenti l’assemblea era intervenuto su tutti i giornali, ammonendo che il calcio aveva bisogno di una governance. Si il calcio aveva bisogno di una “governance”, ma la sua, quella del Giovannino nazionale. Figlio della politica e del presenzialismo. E mentre Tommasi preannunciava il “non voto” Malagò si fregava le mani. La trappola era scattata. Stava mettendo mano sulla tanto da lui agognata federazione calcistica.
L’ignavo Tommasi ci ha portati tutti nel baratro per … quattro spiccioli. Importanti posti di sub-commissario (eufemismo). Costacurta? L’importante missione di scegliere il Commissario Tecnico dopo il disastro Ventura. ‘Prenderò Ancelotti, l’ho già contattato’ … Sappiamo tutti come sia finita.
Voto a Tommasi: 3.
P.S. Anche dopo che i “ribelli” hanno chiesto la convocazione dell’assemblea. Quando tutte le componenti si sono concentrate su Gravina come presidente,  Tommasi è riuscito a sfilarsi al momento di schierarsi e di decidere. Gravina no, non va più bene. Candidato alternativo, un ex calciatore. Vialli? Albertini? Nessuno. Caro Damiano, è ora che pensi al ritiro. Anche nella tua associazione se ne sono accorti e sono pronti i cambi al vertice.
Correggo il voto: 3 meno meno.

Di conseguenza, il primo Febbraio, Giovannino ha preso il ‘malloppo’. Divertenti le prime dichiarazioni del Fabbricini Commissario. Rileggetele su internet: “Non nascondiamoci dietro un dito, il Coni deve metterci la faccia”.
“Il mio primo atto ufficiale da Commissario della Federcalcio sarà nominare Giovanni Malagò commissario della Lega di Serie A. Ho chiesto a Malagò di farlo e domani farò questa delibera”.
Fabbricini che nomina Malagò. Ma chi volete prendere in giro, verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Che sarebbe stato un fallimento avremmo dovuto comprenderlo nell’immediato … Questo arzillo plurisettantenne, con un passato di lavoratore al Coni e Segretario del Malagò nazionale (ma non era la prima scelta) ha combinato il più grosso disastro della storia del calcio italiano. Riforme? Zero. Adeguamento dello Statuto secondo i principi riformatori del Coni? Zero.
Le componenti della Federazione, Associazione calciatori, Associazione Italiana Arbitri, Lega Pro e Lega Nazionale Dilettanti, “solo” il 73 per cento del Consiglio Federale si è reso conto, a Maggio, che questo Commissariamento non aveva ragion d’essere. Che il Coni aveva messo le mani sul giocattolo. Che bisognava restituire la governance a soggetti conoscitori della macchina federale.
E allora? Panico nel Coni. Questi si vogliono riprendere la Federazione. Mai sia! Il nostro Fabbricini che fa? Novello Massimo Decimo Meridio, “il gladiatore”, scatena l’inferno.
Il 18 Luglio la Federcalcio emette il Comunicato Ufficiale sui ripescaggi con termine al 27 Luglio. Quindi ben 9 giorni per: regalare a fondo perduto alla Figc 700 mila euro, predisporre e depositare due fidejussioni bancarie a prima richiesta di 800 mila e di 400 mila Euro. Quindi tu (società) in una settimana tira fuori 2 milioni di euro e ti ripesco in Serie B, perchè il format a 22 manca della fallita Cesena e di Bari ed Avellino non iscritte.
Poi si prevede che si facciano le graduatorie per chi aspira al ripescaggio. Stranamente, la Serie B non collabora per la redazione della graduatoria e poi se ne viene con una delibera che decide: siamo in 19 e non vogliamo le altre. Non solo. Le stesse 19 si fanno liquidare i diritti televisivi con i quali si regge tutto il calcio italiano. Dividiamo la torta e tanti saluti a tutti.
Giustamente (una volta tanto) il 3 agosto il commissario, con un comunicato pubblicato sul sito federale, spiega che il format non si può cambiare ed invita la Lega a collaborare.
Bene, a distanza di 10 giorni, nel momento di pubblicare i calendari, il trio Malagò, Fabbricini (e Lotito) partorisce … il cambio di format in corso di stagione, ma non si può fare, le Noif non lo permettono. Detto fatto anche in questo caso. Cambio le Noif. Mi invento una norma straordinaria e arrivederci agli aventi diritto. La scusa? Far partire i Campionati.
Il risultato: ricorsi, impugnative, appello al Ministero dello Sport, la Federcalcio che impugna decisioni del Coni. Insomma, il caos. L’Entella ad esempio, ha giocato una partita di Serie C ma dovrebbe andare in Serie B. Di tali sfaceli Fabbricini e la Federcalcio dovranno in proprio. Il Catania, come detto, ha presentato una bella querela contro Fabbricini. Per abuso d’ufficio.
Oggi il Coni e Fabbricini hanno buttato in pasto alla politica anche la Giustizia sportiva. Una volta era esempio di autonomia e di celerità.
Voto a Fabbricini: zero.

Dopo questo voto, meritato, veniamo ad esaminare ancora qualcun altro. Avanti Michele Uva. Direttore Generale fantasma e superpagato della Federcalcio. Francamente non capisco il successo di una persona che, nel caos nel quale la gestione commissariale ha gettato la Federazione, è rimasto silente ed assente. Ma come? Sei il più alto dirigente interno della Federazione. Ma vuoi dire o fare qualcosa? Il nulla. L’unica tua preoccupazione è salvare la tua immagine all’estero (e solo lì puoi andare). In Federazione è bene che lasci subito il posto, Gravina ti conosce.
Al Coni, quando sei andato via, il personale ha fatto una festa. E i dipendenti di Via Allegri e dintorni hanno imparato a valutarti. Dialogo zero. Promozioni a livelli superiori solo agli amici. Yesman che ti circondano e chi osa parlare male viene trasferito subito in uffici secondari con demansionamento automatico. Caro Uva, non è mettendo i tornelli che si risolvono i problemi (ma il sindacato non dice nulla). La macchina federale ha bisogno di funzionare, oramai da settembre non funziona più neppure la rassegna stampa, ma che fanno 8 impiegati all’Ufficio Stampa tutto il giorno? Mistero.
Caro Uva, è ora di andare. E’ inutile che selezioni personalmente le persone da invitare all’assemblea federale. Non basta. Il tuo “niente” è finito.
Voto: tre per troppe assenze.

Passiamo all’Avv. Mauro Balata, altro protagonista dell’estate non ancora finita.
È stato lui che, forte dell’appoggio delle sue 19 residue società, ha deciso di dare sponda a Fabbricini e Malagò. Per creare il caos. Caro avvocato, sei diventato presidente di Lega per l’addio di Andrea Abodi, in tutt’altre faccende affacendato, ma non hai reso un favore al calcio italiano. Il rispetto delle regole è la prima regola ed io lo dico sempre. Hai perso per strada Cesena, Avellino e Bari (su questo ci torneremo) ma il format a 22 squadre avevi il dovere, l’obbligo di difenderlo. Per giustizia e per non calpestare i diritti di chi ha speso soldi e ci ha messo la faccia per essere ripescato (vedi Catania). Invece cosa fai? Dividi i soldi della Melandri solo per i 19. Inventi la riforma autonoma del calcio. In combutta con Fabbricini combini cucini una bella frittata. Ma lo sai che per cambiare il format occorre una maggioranza qualificata all’interno del Consiglio Federale?Non è un caso sai? Perché ci vuole assenso dei calciatori e degli allenatori che si vedono privare di posti di lavoro. Non si possono cambiare le regole in corsa. Il cambiamento, non a caso, si attua dalla stagione successiva.
Gli unici che sono riusciti a cambiare sono stati quelli della Lega Pro (con Ghirelli protagonista) che hanno eliminato la 2a Divisione. Oggi hai voluto piegarti alle 19 superstiti senza rispettare le norme (ma che avvocato sei?). Domani se il format verrà ripristinato ci si aspetta, da parte tua, un bel passo indietro. Avresti dovuto spiegare le norme e le regole alle tue “assistite” della Lega di Serie B. Non fare l’azzeccagarbugli.
Voto: 3 e dietro la lavagna per l’aggravante che sei avvocato.

Rispetto delle regole e interlocutori credibili.
Ma perché noi, che bazzichiamo le cose federali da qualche anno, non sapevamo che il Cesena prima o poi sarebbe fallito? Ogni anno il debito con l’Erario aumentava. Ma è stato rateizzato (si diceva)… c’è la lite (si giustificava). La Covisoc si è tappata il naso e chiusi gli occhi per troppi anni. Il “botto” col fallimento è puntualmente arrivato.
E il Bari? Acquisito da Giancaspro con aumenti di capitale, ma i soldi erano di dubbia provenienza. Ora il Bari non c’è più. Giancaspro è agli arresti, per bancarotta fraudolenta di una sua società. Gli auguro di venirne fuori, per carità. Però già da marzo pare avesse pagato, stipendi e contributi del Bari, attraverso una società, la Kreare Impresa, con operazioni definite “sospette” dagli inquirenti. Così il Bari, ancora una volta, è sparito dal calcio professionistico. Ma gli organi federali dove erano? Il calcio italiano si potrà risanare solo se spariranno determinati personaggi.
Che dire del simpatico patron dell’Avellino che è riuscito a buttare al vento squadra e città, per ignoranza, superficialità e quant’altro.
La ricordiamo bene la U.S. Avellino quando con Taccone c’era la famiglia Iacovacci, il noto imprenditore di Avellino, leader nella realizzazione dei trofei calcistici (è sua la nuova coppa delle Nations League).Un orologio. Nei pagamenti, nelle fidejussioni.
Poi gli Iacovacci (ad Avellino ancora li rimpiangono) hanno ceduto a Taccone e sono cominciati i guai. Lasciamo perdere le inchieste penali, ma come si può presentare una fidejussione romena sconosciuta, per iscrivere una squadra di una città come Avellino in Serie B?! E poi non riuscire a produrre nulla se non una fidejussione della famigerata Finworld che oggi tutti devono sostituire? È inutile poi ricorrere ai tribunali per avere giustizia. Non è questa la strada.
Voto al Cesena, a Giancaspro e a Taccone: zero spaccato. Soprattutto per aver tradito i propri tifosi.

Il calcio italiano non ha bisogno di questi personaggi, vedi il caso del Matera, da due giorni in mano a tal Rosario Lamberti, purtroppo ben conosciuto alle cronache giudiziarie. E’ ipotizzabile che sia soltanto un prestanome. Chissà! È subentrato il 15 Ottobre e il 16 scadevano gli stipendi? Sembra li abbia pagati. Il dubbio riguarda i tempi tecnici.
Capito? Il Matera, se non arriva un concreto sostegno economico è pronto … al fallimento. Senza stipendi arretrati (quantomeno quelli di giugno) e fidejussione sono in arrivo 10/12 punti di penalizzazione.

È la svolta, quello che tutti aspettiamo. Niente più avventurieri, commissari, politici. Gli strumenti giuridici ci sono, ci vuole la volontà.
Lunedì sarà eletto Gabriele Gravina e da noi, dei ‘graffi’, gli va un grosso in bocca al lupo. Per ora nessun voto, aspettiamo con fiducia. Decisioni e riforme. Non si può più aspettare. Gli esami non finiscono mai.

E infine tocca a te, caro Giovannino. Non a caso il noto sito satirico “Dagospia” ti chiama Megalò.
Vista la debolezza della Federcalcio il nostro aveva preparato la tela. Sin dalla disfatta dell’Italia, non presente ai Campionati del Mondo dopo 50 anni. Ha spinto per cacciare Tavecchio, approfittando della debacle azzurra. Lo stesso Carlo aveva capito il piano. Come ci ha raccontato sui “Graffi” e aveva comunque convocato l’assemblea parando il primo tentativo di destabilizzazione. Aveva compreso, Tavecchio, che il punto debole era Tommasi. Il mancato ‘ago della bilancia’. Malagò l’aveva convinto che il commissariamento era la panacea. Gli aveva ‘regalato’ due sub-commissari. Di Costacurta abbiamo già detto. Poi è stato nominato anche Bernardo Corradi, come sub-commissario in Lega di Serie A (non lo sapevate? E chi l’ha visto?), e zac, si è impadronito della Federcalcio. Alla Lega di Serie A, in pochi mesi, ne ha combinate delle belle. Sui diritti televisivi il caos. L’asta è stata annullata in Tribunale, per violazioni procedurali (cominciamo bene).
Poi ha messo alla Presidenza un uomo suo. Quel Gaetano Micciché, proveniente dalla lobby del mondo bancario. Il tutto in totale conflitto di interessi. Sponsorizzato dal Ministro Lotti, Micciché è un banchiere di lungo corso. Coltivatore di poltrone politiche (Telecom, Alitalia) e attualmente siede nel consiglio di amministrazione di Rizzoli, Corriere della Sera. Cioè Banca Intesa che controlla il Corriere della Sera, la Gazzetta dello Sport.
Si diceva di Banca Intesa che è il maggior azionista di Rcs, visto l’indebitamento. Ma il nostro è direttore generale, amministratore delegato e oggi presidente di Banca IMI. Ma chi è Banca IMI? La banca di investimento di Intesa Sanpaolo. E chi è il Presidente del Gruppo Rcs? Ma è Urbano Cairo, il presidente del Torino football club. Insomma a conflitti di interesse in quantità industriale, c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Ma siamo in Italia, vero Giovannino? Il Paese dove tutto si può.
E la tua mano sulla Federazione e il caos perfetto si sono visti. Si vuole convocare l’assemblea Federale? Ma no, fateci rimanere ancora un po’. Ci penso io. E la Giunta del Coni che fa, nonostante la richiesta del 73 percento delle componenti di una federazione chieda di convocare l’assemblea, proroga, dico proroga il commissariamento per altri 6 mesi.
Incredibile!
Ennesimo ricorso al Collegio di Garanzia, che si trova dentro la sede del Coni (buonanotte!!), dei così detti “ribelli”. Questa volta però Malagò deve fare i conti con il Giorgetti nazionale. Leghista con delega allo Sport, che ordina di convocare l’assemblea. Il nostro è costretto a capitolare. Ordina a Fabbricini di convocare per il 22 Ottobre. Lunedì prossimo appunto.
Nel frattempo, sono trascorsi 9 mesi, abbiamo registrato tanti danni. Campionati che non partono. Squadre che giocano una partita di Serie C e poi si fermano. Tar che rimangia un decreto presidenziale, presieduto da una persona che è parente del Capo dell’Ufficio Legale della Coni Servizi. Abbiamo visto anche questo.
E allora, voto a Giovannino: 10.
Ma come? Direte. Eh beh, cari amici, ad uno capace di tanto, meglio dare un bel 10. graffisulpallone.com è appena nato. E’ una voce indipendente, lo ha già dimostrato, ma non vogliamo noie …