Esclusiva GraffisulPallone, Alessandro Ambrosi: “In Italia manca il coraggio di puntare sui giovani. Questa Serie C non è credibile”
In esclusiva ai microfoni dei GraffisulPallone.com, Alessandro Ambrosi, ex attaccante di Crotone,
Catania, Taranto e non solo. Nel corso di questa intervista, abbiamo parlato con lui degli
argomenti attuali riguardanti il nostro calcio, partendo dai giovani e sino alle problematiche
presenti nel campionato di Serie C.
Alessandro, in questa stagione sembra che stiano emergendo diversi talenti, secondo te è
frutto di una buona programmazione oppure di situazioni del tutto casuali ?
“E’ sempre un piacere vedere dei giovani che stanno emergendo ad alti livelli, ma bisogna
domandarsi come un talento come Zaniolo sia stato prima scartato dalla Fiorentina e poi trattato come merce di scambio dall’Inter nell’affare Naingollan. Per il fortuna il coraggio e l’intuizione di un bravo tecnico come Di Francesco ha regalato al calcio italiano questo giovane talentuoso, quindi la sua esplosione non è certo frutto di una programmazione certosina, ma di un puro caso, perché non si spiega come due importanti club del calibro di Fiorentina e Inter non si siano accorti di chi avevano in casa. In Italia manca il coraggio di puntare sui giovani, sicuramente se Zaniolo fosse rimasto all’Inter non avremmo mai scoperto tutto il suo talento. Chissà quanti giovani per vari motivi non riescono ad emergere, rischiando poi di perdersi definitivamente. Un esempio da seguire è l’Ajax, che con dei giovani ha vinto a Madrid, ora se questa politica la fa un club glorioso come quello olandese, non capisco perché non debbano farlo anche altri club che neanche sono paragonabili, per vittorie conquistate, all’Ajax. Puntare sui giovani non significa essere meno competitivi, perché se lavori bene ti ritrovi risultati importanti”.
Abbiamo parlato, in passato, sul fatto che nei settori giovanili occorrono figure competenti dal
punto di vista tecnico, ma non sempre è così. Pensi che un giorno tutto questo possa cambiare?
“Io me lo auguro che possa cambiare. Per tante società i settori giovanili li tengono tanto per. Napoli, ad esempio, avrebbe un grosso bacino di utenza, basti pensare che la maggior parte dei giocatori di Serie A e B sono napoletani e campani eppure la società partenopea non ci vuole puntare. Io investirei sulle strutture, dare delle linee guida, fare dei corsi di formazione per i tecnici, anziché arricchire procuratori o prendendo giocatori da chissà dove”.
Sappiamo che sei impegnato nello scouting , come procede la tua attività ?
“Procede abbastanza bene, quando posso collaboro con diverse società, ma siamo impegnati su questo progetto in Tanzania, dove stiamo creando a livello strutturale e tecnico qualcosa di importante in questi territori, dove se ne sente la necessità, facendo dei camping e delle accademy”.
Tu la Serie C l’hai giocata ad alti livelli, quando era un campionato competitivo e dall’alto tasso
tecnico. Oggi invece è una categoria tormentata da tanti problemi. Sembra che nonostante il
nuovo direttivo non sia cambiato ancora nulla. Tu che idea ti sei fatto su questa situazione?
“Credo che quest’anno si sia toccato il punto zero, spero che da qui in avanti si possa ripartire per ridare credibilità ad un movimento. Questo campionato mi è sembrato più un torneo da bar che un campionato professionistico, basti pensare ad alcune squadre che si sono ritirate, altre che sono partite tardi, altre che devono recuperare delle partite o squadre come il Catania che non sanno fino all’ultimo a quale campionato avrebbe partecipato, davvero tutto falsato. Mi auguro che il nuovo direttivo possa cambiare le cose. Dispiace per i tifosi di Matera e Pro Piacenza che sono quelli a metterci cuore e passione e che invece si vedono radiate le proprie squadre”.
Secondo te bisognerebbe tornare al vecchio format, dando la possibilità a molti giocatori di
poter trovare una collocazione e soprattutto riguardare la regola sugli Under, che non sempre
premia i più meritevoli. Sei d’accordo?
“Il discorso degli Under è un’altra pagliacciata, perché se uno è bravo gioca ed è interesse della società stessa farlo giocare. Se impongono invece di dover far giocare dei ragazzi che al momento non sono pronti e devono giocare per forza non si fanno gli interessi delle società e del sistema in generale. Si toglie spazio ai più meritevoli, a discapito dello spettacolo e della qualità del gioco”.
Tra le nobili decadute del nostro calcio c’è anche la Reggina, che da pochi mesi ha cambiato proprietà, pensi che possa riportare gli amaranto ai fasti di un tempo nel giro di qualche anno?
“Da quello che ho visto io, ha dato una sterzata al campionato, rafforzando l’organico. Quello che mi sento di dire, è che fa male vedere la Reggina in Serie C, la ricordiamo in A dove ha fatto cose importanti. Una società emergente che era un punto di riferimento per il Sud, in quegli anni io giocavo in B a Crotone e ricordo la Reggina protagonista in A . Mi auguro che possa tornare ai fasti di un tempo, andando controcorrente rispetto ad oggi, puntando in primis sul settore giovanile”.
Domenica ci sarà un importante big match tra due squadre che conosci molto bene, vale a dire
Catania-Juve Stabia. Quali sono le tue impressioni?
“La Juve Stabia in questo momento seppur è in vetta sta attraversando un momento particolare, io lo dissi dall’inizio che bisognava fare i conti con le vespe anche se in molti non la davano per favorita. Qualcuno li dava già in Serie B recentemente hanno perso qualche punto, ma ora devono concentrarsi solo sul campo e su loro stessi (perché da ora i punti inizieranno a pesare) senza farsi condizionare dai risultati del Trapani. Loro si sono conquistati questo primato puntando sul gruppo, sul collettivo e non sui singoli talenti, oltre ad essere ben guidata tecnicamente. Magari una vittoria a Catania riporterebbe tanta fiducia. Per quanto riguarda il Catania, purtroppo hanno avuto l’handicap di non sapere in quale campionato sarebbero stati inseriti, visto che erano convinti del ripescaggio in B, ma una volta confermata in Serie C era obbligata a vincere, avendo una rosa importante seppur incompleta su certi reparti. Anche se non è mai facile partire col favore dei pronostici. Giudicare un allenatore non è mai facile, purtroppo i risultati non positivi hanno portato a questo ribaltone in panchina, anche se tardivo, visto che il distacco dalla vetta è cospicuo, però tutti quanti ai play off dovranno fare i conti con i rossoazzurri”.