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DIRETTORE SPORTIVO, UN MANAGER DIETRO LE QUINTE …
D come Domodossola. Così si diceva da ragazzini giocando a “fiori frutti e città “, ma quel tempo è ormai finito ed è tempo di parlare invece del “Direttore sportivo”
Comunemente chiamato Diesse è uno dei più importanti dirigenti di una squadra di calcio.
Il Direttore sportivo è il responsabile del settore sportivo, ne decide gli assetti e gli obiettivi. Il suo operato può incidere sul destino del club.
Il rapporto di collaborazione in simbiosi con i programmi della proprietà produce risultati positivi a livello di gestione aziendale e di risultati. Nel calcio si usa dire che il più bravo è quello che sbaglia di meno.
Un manager sportivo di successo va alla ricerca di materiale umano valido dal punto di vista tecnico. Integro fisicamente. Lavora sul futuro “pescando” tra i giovani più promettenti.
Il direttore sportivo più capace opera sulle plusvalenze. Una “leccornia” che tutti i presidenti desiderano gustare. Una ricchezza inestimabile in sede di bilancio. Il manager più capace coniuga con grande dimestichezza due voci: operazioni di mercato e ricerca del materiale umano di grande qualità. Meglio se in età primaverile. Talenti in grado di affermarsi nel volgere di poche stagioni.
Le prerogative di un buon direttore sportivo? Saper operare in ombra, dietro le quinte. Vincere senza farsi notare. Lavorare in silenzio e portare a casa i risultati, non soltanto di matrice tecnica. Lasciare ai veri protagonisti (allenatori e calciatori) la scena. La platealità del sistema porta spesso a prevaricare i ruoli. Non esiste errore più grave.
D come difensore.
Il difensore, come dice la parola stessa, difende la propria squadra dagli attacchi della squadra avversaria. Nel tempo questo concetto si è molto allargato ed il difensore è ora un calciatore che può, all’occorrenza, trasformarsi in centrocampista o attaccante o addirittura in rigorista se necessario.
Un tempo il suo ruolo era molto più definito. Spesso era utilizzato nelle “marcature a uomo” e la sua mission era seguire in ogni parte del campo il calciatore avversario assegnatogli. A volte, era tale l’attaccamento al suo dovere, che lo seguiva sia nell’ingresso in campo a inizio partita fino ad accompagnarlo negli spogliatoi alla fine…. !
Grandi difensori di questo tipo nel passato sono stati Gentile, Furino,(Juventus) Sabadini, Benetti(Milan) Giuseppe Baresi (Inter) e molti altri ancora.
Nel tempo il ruolo del difensore è cambiato. Egli deve certamente difendere, ma anche reimpostare l’azione d’attacco e a volte spingersi in attacco e possibilmente segnare….. facile no?…
Grandi innovatori di questo ruolo furono, primo fra tutti il compianto Facchetti (Inter). Dotato di due leve lunghissime era capace di “fluidificare” portandosi in avanti sulle fasce con poche falcate.
Poi arrivò anche un certo Rocca che correva i 100 metri in 10 secondi, quindi al pari di un centometrista professionista, che con le sue scorribande sulla fascia incuteva terrore ai portieri avversari.
Altri grandi difensori sono stati Spinosi, Maldera, il povero Scirea, Cabrini, Franco Baresi e molti altri che qui, per brevità, non posso elencare.
Difensori famosi del Taranto sono stati Capra, Spanio e il mitico Nardello detto “Cicciobello” ma non chiedetemi perchè. Ricordo che una delle sue caratteristiche era quella di spazzare via il pallone dall’area di rigore con rinvii lunghissimi e molto alti che talvolta diventavano assist per gli attaccanti del Taranto.
D come Daspo.
Ma cos’e questo daspo dal nome che intimorisce di cui si sente spesso parlare? Il Daspo altro non e’ che un provvedimento disciplinare e penale che può essere assegnato a tifosi o altre figure del mondo del calcio o di altri sport che non rispettano le regole del buon vivere civile negli stadi o in altre sedi facenti parte delle strutture sportive o amministrative in genere.
In pratica il Daspo vieta la frequentazione degli stadi(o altre strutture) all’ elemento colpito dal provvedimento.
Daspo infatti è l’acronimo (cioè le iniziali) della frase Divieto di Assistere allo sport.
Bisogna però evidenziare che, pur essendo un provvedimento utile e talvolta assolutamente necessario, colui al quale viene assegnato il Daspo denota uno scarso attaccamento alla propria squadra. Ciò pur dichiarandosi tifoso di una squadra in realtà agisce contro. Per non parlare delle multe che può procurare alla squadra stessa . Quindi io mi chiedo che razza di tifoso è uno che si rende meritevole del Daspo?
Se effettivamente teniamo per i colori di una squadra che senso ha rovinarci e rovinare anche la società? Qualcuno può giustificarsi dicendo: ma la squadra giocava male, perdeva, rischiava la retrocessione allora per il nervosismo ….
Beh ….queste non sono per nulla scuse, anzi è proprio quando la squadra attraversa un brutto periodo che bisogna aiutarla! E’ facile essere tifosi o amici nel periodo del “Buontempo”! Noi dobbiamo essere sempre vicini alla nostra squadra poiché oltre che il nostro calcio rappresenta la nostra civiltà nei confronti delle altre città e delle altre squadre italiane o estere.
E con questo buon proposito io vi saluto e vi do appuntamento alla prossima puntata del “ dizionario enciclopedico del calcio” .
Bye bye cari amici.