COSENZA RIAMMESSO IN B, FATTA GIUSTIZIA IN UN SISTEMA CHE NON VA 

Nella giornata di martedì il Tar del Lazio ha rigettato il ricorso presentato dal Chievo, a beneficio del Cosenza che è stata ufficialmente riammessa in Serie B. Il Cosenza riabbraccia la cadetteria in sostituzione della società clivense che probabilmente ripartirà dai campionati dilettantistici. 

La società del presidente Campedelli, tenterà il disperato tentativo di salvataggio anche al Consiglio di Stato, consapevole di fare un altro buco nell’acqua. C’è da chiedersi eventualmente come sia stato possibile far partecipare a campionati  di A e B una  società con debiti ingenti nell’ordine milioni di euro.

 In passato abbiamo assistito all’esclusione di diverse società per molto meno.

In un’Italia che crea figli e figliastri anche nella giustizia sportiva, questa volta per lo meno si è evitato di causare un precedente pericolosissimo. A prescindere da questa vicenda che ha visto coinvolte Cosenza e Chievo, urgono delle riforme dei campionati che possano consentire alle società di poter fare calcio in maniera sostenibile.

Questo anno e mezzo, di pandemia, ha evidenziato ancora una volta quanto sia necessario un immediato cambiamento nel nostro calcio. Una volta messa la parola fine su questa telenovela, tocca ora al Cosenza sfruttare al meglio questa irripetibile opportunità che la vedrà ancora protagonista in Serie B.

In più occasioni abbiamo fortemente criticato l’operato del presidente rossoblu, Eugenio Guarascio, il quale ancora una volta è stato baciato dalla fortuna. Fortuna che dovrà essere seguita da una seria programmazione che consenta al Cosenza di poter essere competitiva, in un campionato che si prospetta duro e difficile. La scelta da parte della società di puntare su Roberto Goretti e su Marco Zaffaroni, rispettivamente nei ruoli di diesse e allenatore devono servire, seppur in tempi ristretti, ad allestire da zero una rosa degna del blasone del Cosenza.

Quanto accaduto deve servire da insegnamento a questa proprietà, che soprattutto negli ultimi anni ha dimostrato di non saper programmare e investire. Per il Cosenza la riammissione deve essere vista come segno di rinascita, utile per avviare un nuovo ciclo che possa regalare le meritate soddisfazioni all’intera tifoseria.

La riammissione in Serie B della formazione silana, rappresenta inoltre un orgoglio per tutto il movimento calcistico calabrese, vista anche la presenza di Crotone e Reggina. Giustizia è stata fatta, non resta che lavorare intensamente per costruire un Cosenza all’altezza, ma soprattutto ben strutturata per potersi consolidare a certi livelli, partendo da un centro sportivo all’avanguardia e dal settore giovanile, traendo così benefici  sia sotto l’aspetto tecnico che economico.

Questa vicenda, l’ennesima,  ci ha dimostrato ancora una volta come chi di dovere si è finto cieco di fronte a certe gravità, favorendo per anni una società indebitata fino al collo, confermando così le falle di un sistema che ormai fa acqua da tutte le parti. Il rischio che il nostro sistema calcistico vada al collasso è sempre più concreto.

Caro presidente Gravina, la frase “riforma dei campionati” riempie la bocca, è giunta però l’ora  di passare dalle parole ai fatti. Di tempo non ce n’è piu’.