Ciao Iacovone, eterno campione
Carissimi, come vi avevo promesso le volte scorse, oggi ricorderemo il calciatore a tutti noi più caro e prematuramente scomparso. Nel titolo ho riportato uno dei tanti striscioni che i tifosi gli dedicarono nella prima partita casalinga dopo la sua dipartita.
In realtà lo striscione completo diceva : “ciao Iacovone eterno campione, ciao Erasmo con te in campo tanto entusiasmo” ed effettivamente quello, almeno finché la tragedia non si concretizzò, fu un anno di enorme entusiasmo per la squadra e per tutta la città di Taranto.
L’allora presidente dei rosso-blu, Giovanni Fico lo aveva acquistato a suon di soldoni dal Mantova, che militava in serie “C” e Iacovone stava ampiamente ripagando gli sforzi di Fico e di tutto il team del Taranto.
I rosso-blu erano al secondo posto dietro solo all’Ascoli delle meraviglie, che concluse il campionato a 61 punti e fu promosso in serie A per merito di vari calciatori, che poi furono acquistati da squadre di serie A di alto livello. Il Taranto invece, dal secondo posto, e con una seria ipoteca sulla promozione in A, senza il grande Erasmo, scivolò lentamente verso l’ottava posizione al termine del campionato.
Già questa circostanza ci fa capire il valore di questo grande campione.
E’ chiaro che la grandezza di Iacovone era ben supportata da altrettanti validi colleghi, anche di reparto, che lo mettevano in condizioni di andare in rete soprattutto nel gioco aereo.
Con lui giocavano Selvaggi (poi diventato campione del mondo nell’82) e Graziano Gori. Soprattutto con quest’ultimo Iacovone stabili’ un intesa perfetta.
Si narra che addirittura a volte Iacovone cominciasse a staccarsi da terra ancor prima che partisse il cross di Gori e un attimo dopo il pallone arrivava esattamente sulla sua testa, pronto per essere scagliato in rete con violenza.
Dotato di una elevazione eccezionale riusciva ad imprimere al pallone potenza e precisione, al punto che alcuni portieri dicevano che sembrava di ricevere un tiro di collo piede anziché di testa. Ma Iacovone aveva anche un altra particolarità: riusciva, con il famoso colpo di reni, a rimanere sospeso in aria per alcuni secondi in piu’ degli altri ed ecco spiegato il fatto che in elevazione riuscisse a “rubare” il tempo a tutti gli avversari.
Molti sostengono che Iaco-gol (così veniva chiamato affettuosamente) avrebbe fatto molta strada e sarebbe stato acquistato da qualche grande squadra quale il Milan, la Juve o l’Inter. Effettivamente per quel che ho sentito sempre raccontare da colleghi più anziani di me, probabilmente la Fiorentina era a un passo dall’accordo con il Taranto, per la coppia indissolubile Iacovone-Gori.
Purtroppo il 6 febbraio 1978 tutti i sogni terreni di quel bravo e bel ragazzo, nato in Molise, a Capracotta, un paesino di meno di 1000 abitanti che a malapena è riportato sulle carte geografiche, finirono tragicamente per sempre rotolando sul freddo asfalto di una strada secondaria che portava a San Giorgio jonico.
Il tutto a causa di una serie di circostanze funeste, intrecciate tra di loro che segnarono il destino del giovane Erasmo
Il soggetto che investi’ il povero Erasmo aveva infatti rubato un auto poco prima e fuggiva a velocità pazzesca ed a fari spenti inseguito dalla polizia, Erasmo viaggiava su una Dyane 6 (che per quanto ne so non era di sua proprietà) e si era attardato a chiacchierare con un amico al termine di una festa (se fosse andato via prima forse sarebbe ancora qui con noi).
Ma, appunto, il destino tesse le sue trame ed é impossibile sfuggirgli. Probabilmente Erasmo non si sarà neanche accorto di quanto gli stava accadendo quella notte e spero sia passato a miglior vita senza sentire alcun dolore.
Da allora, se questo può servire ad alleviare un po’ il dolore di tutti, Erasmo e’ divenuto un mito per noi Tarantini e non solo.
Lo stadio della Salinella fu successivamente intitolato a lui e ad uno dei suoi ingressi vi è la statua, scolpita dallo scultore Francesco Trani, che riproduce le sue sembianze.
Anche i più giovani conoscono la sua storia e il suo valore e molti pensano che se a volte improvvisamente la palla cambia stranamente direzione e si insacca in rete c’è il suo zampino perché egli da lassù ci guarda ci aiuta e ci protegge.
Ciao Iacovone eterno campione. Se puoi divertiti a giocare lassù con il grande Diego e l’immenso Pablito.
Carissimi, ora devo salutarvi e vi do appuntamento alla prossima puntata di miti e leggende tarantine.