Campioni del mondo … Campioni del mondo … Campioni del mondo!

Bene amici, esattamente tra un mese, il 24 marzo, proprio allo stadio “Barbera” di Palermo che per l’occasione ha dovuto rinviare la partita di mercoledì con il nostro Taranto (per non rovinare il manto erboso) si giocheranno, per la nostra nazionale di calcio, i playoff del campionato mondiale.

In attesa delle partite di sabato e domenica ho pensato bene di farvi cosa gradita rispolverando un po’ i ricordi del Torneo di calcio   piu’ bello e importante del mondo.
Il titolo riprende la frase storica del mitico Nando Martellini che nel Mondiale del 1982 ebbe l’onore  di pronunciarla per 3 volte (come nel nostro titolo). Probabilmente la disse 3 volte poiché si riferiva al fatto che lo eravamo per la terza volta dopo i campionati vinti nel 1934 e 1938.

Ma sentendo quella frase, da ragazzina, pronunciata con particolare enfasi ed entusiasmo mi incuriosii e volli scoprire qualcosa in più sul massimo torneo che il calcio abbia mai potuto inventare.
Allora. Il trofeo fu inventato nel 1930 dall’allora Presidente della Fifa Jules Rimet ed infatti fino al 1970 si chiamo anche Coppa Rimet.
Fu disputato in Uruguay e vinto dagli stessi padroni di casa facendo registrare un enorme successo finanziario, pubblicitario e di pubblico e da allora si disputò ogni 4 anni. Tranne negli anni della grande guerra, in un Paese diverso. Per appunto unire, tramite lo  sport, tutti i popoli della Terra.

Tuttavia per impossessarsi della Coppa Rimet vera e propria, bisognava vincere tre volte il campionato mondiale e la fortunata squadra che vi riuscì fu il leggendario Brasile di Pelè, la perla nera, che batté in finale l’altrettanto mitica nostra Italia di Rivera, Riva Mazzola, Boninsegna ed altri nostri fuoriclasse dell’epoca.

In quel campionato comunque si svolse quella che poi fu definita la “partita del secolo” tra Italia e Germania vinta dai nostri, ai supplementari, per 4 a 3 dopo un estenuante altalena di gol-pareggi-vantaggi e così via.
Ma quella fu solo la semifinale, poi qualche giorno dopo l’Italia come già detto fu battuta, a pieno merito, dal Brasile la cui forza e classe  era di un altro pianeta grazie non solo Pele’ (o’ rey) ma anche a Rivelino, Jaerzinho, Tostao, Carlos Alberto ed altri mitici campioni

Bisogna dire, però, che fino al ’70 si giocò un calcio classico, molto piu’ ingenuo di quello attuale, fatto di eccessivi tecnicismi con  molti duelli personali e gli altri calciatori fermi, soprattutto sulle fasce e con settori del campo a compartimenti stagni.
Dal Mondiale del 1974 il calcio cambiò, come del resto cambiava il mondo in tutti gli altri suoi aspetti, con l’ avvento del famoso” calcio totale “Olandese”. Gli inventori del calcio moderno.

I leggendari Crujff, Neskens, Resembrink non erano piu’ attaccanti, centrocampisti, difensori, ma calciatori a tutto tondo, capaci di attaccare in 11 (portiere compreso) e difendere in 11 o a volte, se necessario, fare solo possesso palla  in 11 con la famosa “melina” per “addormentare” la partita.
Tutto il mondo calcistico (e non) restò sorpreso e intontito da questo nuovo gioco e dai comportamenti, fuori dalle righe, degli Olandesi  che si presentavano in ritiro con le proprie mogli  bevendo birra e fumando prima e dopo le partite.

Tuttavia l’ Olanda non riuscì mai a vincere i mondiali ma solo a disputare le finali del ’74 e del ’78
fu battuta dai paesi organizzatori nel ‘ 74 dai “panzer” tedeschi e nel’ 78 dall’Argentina in cui ancora non c’era, ma stava sbocciando  la nuova stella del calcio mondiale :Maradona.

Arriviamo così all’ 82 e qui non mi dilungo perché per raccontare questi Mondiali ci vorrebbe un libro o addirittura un enciclopedia, che sto meditando di scrivere prima o poi. Sappiate solo che l’ Italia non era  certo tra le  favorite, anzi, ma con il cuore e col cervello si può vincere tutto
ma quello dell’ 82 fu un altro spartiacque importante, perché sancì la fine del gioco mixato tra tecnica, atletismo e agonismo per diventare quasi del tutto atletismo e muscoli, diciamoci la verità anche un po’ “gonfiati”.

Così per 3 campionati,  12 anni, l’ Italia scomparve un po’ dal panorama calcistico mondiale, per riaffacciarsi nel ‘ 94 che però perse in finale contro il Brasile a causa del famigerato rigore sbagliato da Baggio (il divin codino).Da segnalare anche la famosa edizione “ITALIA 90” che fu un grande successo organizzativo e commerciale, ma per sfortuna l’Italia non riuscì ad andare oltre la semifinale malgrado uno strepitoso Schillaci.   

Ma poi, nel 2006, in Germania, nuovamente è riuscita a vincere ricalcando un po’ il percorso dell’ 82 portandosi a 4 vittorie in totale a pari merito con la Germania e sotto soltanto all’immancabile Brasile con 5 vittorie.
Quest’ anno, dopo aver vinto gli europei nel 202, l’Italia sta faticando a qualificarsi per cui dovrà appunto disputare i play off prima contro la Macedonia e in caso di vittoria con la vincente tra Portogallo e Turchia.

Ed allora. Verremo fatti a pezzettini o riusciremo noi a mangiare la… Macedonia? E in caso di vittoria poi chi dovremo affrontare il Porto-gol di Ronaldo o fuggiremo gridando “mamma li turchi” ….?

Mah… Difficile dirlo… intanto prendiamo a prestito il famoso motto del Taranto “una partita alla volta un avversario alla volta tre punti alla volta…”  incrociamo le dita e visto che giocheremo al  “Barbera”…. beviamoci anche su una doppia dose di “Amaro del capo” (rigorosamente ghiacciato) ci servirà a digerire piu’ facilmente…. la Macedonia