BANDECCHI DURISSIMO SULLE MODIFICHE ALLO STATUTO “LA SERIE C VA CANCELLATA”

“La Lega Pro sarebbe da cancellare”. Parole e musica di Stefano Bandecchi, presidente della Ternana, il giorno che segue la modifica allo statuto della Lega Pro, approvata dall’assemblea di Lega. Ma non finisce qui perché il numero uno della Ternana aggiunge, durissimo: “ Per me il calcio professionistico dovrebbe finire con una serie B allargata a quarantadue squadre. Tutte le altre di Lega Pro dovrebbero essere comprese nei dilettanti”.

Il pensiero, quello di Bandecchi, sposa in pieno la bozza di riforma dei campionati circolata nel periodo del lockdown con due gironi di serie B, il primo di eccellenza con le squadre che a fine stagione avranno meritato la serie cadetta e con l’altro, da 22 squadre, formato dalle eccellenze della serie C.

“Ci dicono che non si possono cambiare i format dei campionati poi arrivano improvvise, modifiche allo statuto della Lega Pro. Sarebbe stato giusto avviare la riforma strutturale da mettere in atto nella stagione 2021-22  che di fatto avrebbe ricostituito il semi professionismo con le altre della serie C e con quelle della serie D perché non ci sono calciatori di quella serie che al mattino vanno a lavorare e nel pomeriggio si allenano quindi, di fatto, sono semiprofessionisti”.

Il blitz che ha consentito la modifica dello statuto della Lega Pro incidendo in modo pesantissimo sul numero dei calciatori da porre in organico ha fatto arrabbiare il presidente della Ternana che nel suo messaggio instagram del sabato sottolinea come tale modifica “manderà a casa circa duecento calciatori e sarà negativa anche per i giovani” e su questi aspetti, curioso, vorrebbe conoscere anche il pensiero dell’associazione calciatori.

22 calciatori in organico, non si scappa. E chi come la Ternana (non la sola ovviamente) che ne ha al momento 29 iscritti a libro paga? Potrebbe partecipare al prossimo campionato mantenendoli nel numero, ma anche nei nomi:nessun volto nuovo quindi. Un esempio chiarificatore, rinnovare il contratto a Diakité (peraltro probabile) vorrebbe dire rinunciare alla possibilità di mantenere i 29 passando inevitabilmente a 22 giocatori in organico.

“Una modifica che finirà per penalizzare soprattutto i giovani perché le società che vorranno puntare ad un campionato di vertice punteranno, inevitabilmente, su calciatori già collaudati piuttosto che rischiare con qualche giovane, anche se di talento”, è il pensiero di Paolo Tagliavento, vice presidente della Ternana.

Insomma, una riforma che scontenta soprattutto le società che hanno ambizioni “chi fa investimenti sul territorio con strutture a servizio anche dei vivai viene penalizzato” ribadisce Tagliavento.

Bandecchi nel suo intervento è ancora più esplicito. “grazie a questo cambiamento che fa davvero schifo, alcuni dei miei calciatori dovranno restarsene a casa a grattarsi le ginocchia perché non potranno rientrare nel gruppo dei ventidue. Ma in ogni caso lo faranno percependo comunque lo stipendio definito dal contratto che vantano con la Ternana”.

Quindi, ricapitolando, il pensiero di Bandecchi è chiarissimo: la serie C va cancellata e le migliori 22 dovrebbero entrare nella Lega B mentre le altre, con quelle di serie D, dare vita a campionati di semiprofessionisti. Per concludere la modifica allo statuto votata a maggioranza (quindi dalle società più piccole) può diventare un ostacolo insormontabile al lancio dei giovani (diverso per un classe 2000 o giù di lì giocare nel Bari o in una delle ultime della classe) e più ancora una sorta di pensionamento per tanti calciatori generando possibili contenziosi con le società di appartenenza. E’ evidente quindi che l’associazione calciatori dovrà pronunciarsi su questa sorta di blitz estivo che sta mettendo in subbuglio la Lega Pro guidata da un presidente sostenuto dalle piccole società e, di fatto, sfiduciato dalle grandi.

Di fatto si tratta di una modifica che non allevia le sofferenze delle società ma, viceversa, ne fa lievitare in modo esagerato le spese di gestione, specie di chi gioca per provare a vincere il campionato, quelle che danno lustro e visibilità al torneo.

Due anime tanto diverse (divario esagerato tra grandi e piccole), lo diciamo da tempo, non possono coesistere nello stesso campionato. La serie C non può ospitare chi gestisce impianti da 40 a 60 mila posti con chi fa fatica ad allestire uno straccio di tribuna stampa.

Ma se d’altro canto c’è chi fa passare per una conquista la presenza del quarto uomo nel prossimo campionato è chiaro che la Lega Pro è destinata a spegnersi come una candela. Il calcio va avanti velocemente, quello di serie C è fermo, bloccato da troppo tempo da chi sostiene quelle società che fanno fatica non solo a progettare un futuro migliore ma anche a gestire il quotidiano e, magari, anche l’iscrizione al prossimo campionato.