A vuè mo? Ma ce capit? … A bust!

Completamente sdentato ma con un sorriso perenne stampato sulle labbra. Un berretto da ferroviere rimediato chissà dove e come. Una lunga palandrana da fattorino. Pantaloni larghi e scarpe più grandi di almeno due taglie: Amedeo Orlolla detto Marc Poll!

A metà strada tra  Charlot e Totò, Marc Poll è stata una delle più caratteristiche macchiette di Taranto anzi una vera leggenda negli anni ‘70, direi.
Perché veniva chiamato Marc Poll? Secondo alcuni il suo girovagare per le strade di Taranto somigliava in qualche modo ai numerosi e leggendari viaggi di Marco Polo, per altri (e forse è la versione più veritiera) perché soleva raccontare i viaggi di suo padre marinaio imbarcato sulla nave Marco Polo.

Il suo lavoro o meglio la sua “mission” era quella di vendere delle buste contenenti schedine del Totocalcio già precompilate. Per cui lo si incontrava immancabilmente ogni mattina per le vie del centro con il suo perenne intercalare: “A vuè na bust?…” A vuè mo?”.

Spesso seguiva una risata ironica specialmente quando a volte si rivolgeva ai capannelli di  ragazze ferme davanti a scuola. Ma Marc Poll era innocuo e le sue “avances” si esaurivano nel suo motto caratteristico, infatti era amato e rispettato da tutti. Molti sostenevano che portasse fortuna e spesso le schedine che vendeva avevano fatto vincere discrete sommette agli acquirenti. Infatti i bar e le trattorie se lo contendevano offrendogli caffè e colazioni o i tipici spaghetti con le cozze tarantine.

Primo fra tutti i bar, lo ospitava immancabilmente la famosa “Sem”, altra leggenda di Taranto.
Altro segno particolare di Marc Poll era l’ immancabile sigaretta tra le labbra, anche questa molto spesso offertagli da qualche acquirente o passante. Si può dire quindi che non spendesse nulla e di nulla  avesse bisogno visto che veniva “coccolato” da tutta la popolazione tarantina. Ed infatti quando morì nel 1982, poiché non aveva parenti, il Comune di Taranto si occupò della sua sepoltura con tanto di banda musicale ed esequie di prima classe.

Qualcuno giura  di aver visto il suo fantasma  a volte aggirarsi nei pressi della ex Sem con la sua palandrana, il berrettino e il sorriso sulle labbra. Se lo incontrate non abbiate paura, è sempre stato buono, magari offritegli una sigaretta e vedrete che vi porterà fortuna! 

Carissimi ora devo lasciarvi e vi aspetto alla prossima puntata di miti e leggende tarantine.