A lezione dall’ Europa
Con la sconfitta dell’ Inter contro l’ Eintracht Francoforte, che è costata l’ eliminazione dall’ Europa League alla squadra di Spalletti, si chiude la tre giorni europea con un bilancio agrodolce per le formazioni italiane.
All’ eliminazione di Inter e Roma, avvenuta purtroppo a 3 minuti dalla fine del secondo tempo supplementare a causa di un rigore molto generoso assegnato al Porto dell’ ex laziale Coinceiçao, è seguita l’ affannosa qualificazione del Napoli, ma soprattutto quella della Juventus che con un secco 3-0 firmato CR7, ha eliminato l’ Atletico Madrid del guerriero Simeone che al contrario di quella che è la sua natura, sembrava essere arrivato a Torino per difendere il 2-0 ottenuto all’ andata e invece puntualmente anche per lui sono stati dolori.
In particolar modo questo ottavo di Champions ci ha dimostrato proprio che oramai i calcoli nel calcio, come nella vita mi permetto di aggiungere, non servono né si possono più fare: guarda caso la Juventus li aveva fatti a Madrid con conseguente sconfitta; l’ Atletico li aveva sicuramente fatti a Torino per il ritorno e ne ha subito le conseguenze; probabilmente anche il buon di Francesco, tartassato da una piazza letteralmente fuori da ogni logica emotiva nel bene e nel meno bene e da una parte della stampa che lo condannava da mesi oltre i suoi demeriti e che contribuiva a surriscaldare e mettergli contro l’ ambiente, aveva fatto i suoi dovuti calcoli per la partita con il Porto soprattutto per riuscire a salvaguardare la panchina e mettere in cassaforte la qualificazione.
Forse anche il Paris Saint Germain avrà fatto qualche mezzo pensierino anche se in questo caso è stata più la voglia, la spregiudicatezza e la spensieratezza, degli uomini di Solskijer, che unita a un pizzico di fortuna ha portato il Manchester United a un’ insperata qualificazione; mentre abbiamo potuto ammirare tutta la freschezza e la leggerezza dell’ Ajax che, nonostante la sconfitta patita ingiustamente all’ andata, è riuscita a ribaltare il risultato nel tempio sacro del “Santiago Bernabeu” eliminando proprio i campioni in carica del Real Madrid.
I lancieri senza dubbio rappresentano la più bella delle rappresentazioni espressive di questo turno di Champions e chissà che non sia il punto di partenza per un nuovo ciclone targato Calcio Totale e se è vero che la storia si ripete ci sono buone possibilità per sperare che ciò possa essere vero, cosa che non dispiacerebbe affatto agli amanti del calcio nella sua forma estetica più alta, l’ importante sarà di non pretendere di vedere nuovi Crujiff perché di quelli ne nascono uno ogni 3 secoli!
Quindi la lezione che bisogna imparare da questo turno europeo è sicuramente che è indispensabile provare ad essere se stessi e vivere alla giornata senza ulteriori calcoli, perché appena qualcosa viene meno si rischia di vedere saltare tutti gli sforzi fatti fino a quel momento (vedi per esempio l’ inaspettato infortunio di De Rossi Porto-Roma) e si sa che la vita è imprevedibile e piena di colpi di scena e bisogna essere sempre pronti ad affrontare le difficoltà, in particolar modo se improvvise.
Un altro aspetto che è venuto senza dubbio fuori da questo turno europeo è la fragilità della federazione italiana, ormai nota da diversi anni, e lo si è potuto notare, ancora, nella partita disputata dalla Roma contro il Porto dove l’ arbitro non ha avuto dubbi nell’ assegnare il rigore ai portoghesi al 116’ minuto, peraltro molto generoso, e allo stesso tempo si è dimostrato piuttosto distratto nel “non vedere” un altro rigore questa volta a favore dei giallorossi qualche minuto più tardi, che probabilmente avrebbe sancito la qualificazione e la salvaguardia della panchina per la squadra capitolina allenata dall’ ormai ex Eusebio Di Francesco.
In altre circostanze sicuramente avremmo assistito ad uni intervento deciso della federazione per farsi sentire, mentre quella italiana ha preferito tacere, lasciando Pallotta ( non esente da colpe sia chiaro) a sfogare le sue giustificate ire e la sua frustrazione.
Senza dare ulteriori giudizi, con quello già detto ci si può fare un quadro abbastanza chiaro e pertinente di quale sia la situazione federale italiana e per mezzo del quale, se si aggiungono anche i problemi interni del nostro calcio tra società che rischiano di fallire, campionati falsati, stipendi non pagati, squadre radiate e chi più ne ha più ne metta, allora si può capire facilmente che il calcio di casa nostra si trova in balia di gente che questo sport non lo ama e purtroppo i risultati si sono visti e suppongo si continueranno a vedere.
Perché l’ etica e l’ estetica vanno sempre a braccetto e non è un caso se una squadra come l’ Ajax riesca all’ improvviso ad entusiasmare e affascinare milioni di sportivi offrendo un meraviglioso calcio spettacolo segno evidente che i valori civili e sociali della società olandese sono senza dubbio più inclini alla natura morale dell’ uomo inteso come essere universale e divino e pertanto espressione vivente di elevate forme artistiche sinonimo di bellezza.