BEPPE DOSSENA: I VERTICI DELL’AIC RISPONDANO A TARDELLI

Da tempo sostengo che l’Associazione Italiana Calciatori necessita di un restyling, come la quasi totalità delle componenti del sistema calcio italiano. Un avvicendamento ai vertici di Aic è indispensabile. Vedo in Marco Tardelli, per carisma e conoscenza della materia, la persona più idonea a rappresentare i calciatori italiani. Tardelli, che ha già provveduto a depositare la sua candidatura, sarà sostenuto da uno staff qualificato del quale fa parte anche Beppe Dossena. Indimenticato protagonista nel calcio italiano con le maglie, tra le altre, di Sampdoria, Torino e Bologna. Anche lui, come Marco Tardelli, campione del mondo nel 1982 in Spagna (indossava la maglia azzurra numero 10).

Ospito con piacere nei “graffi” la nota trasmessami da Beppe nella quale pone l’attenzione su alcuni argomenti di attualità inerenti la gestione, negli ultimi anni, della Associazione Italiana Calciatori.

 

Scrive Dossena:

“Approfitto dei “graffi” per rispondere a un paio di interviste rilasciate dal Vice Presidente di Associazione Italiana Calciatori, Amministratore delegato di AIC SERVICE Srl e Consigliere di Sport INVEST 2000 Srl, avvocato Umberto Calcagno.

In passato, prima di assumere queste cariche, Calcagno è stato calciatore. Il che gli ha assicurato la foto all’interno dell’album della Panini, il cui contratto rappresenta a tutt’oggi, una fonte indispensabile per la sopravvivenza della Associazione Italiana Calciatori. Peccato però che lo stesso contratto, per anni una esclusiva AIC, sia stato inspiegabilmente ceduto alla lega di serie A che gira soltanto il 50 per cento, del ricavato dello stesso, nelle casse dell’associazione (7,9 milioni di euro).

Nel corso degli anni il giovane Calcagno ha concluso gli studi di giurisprudenza. Laurea che lo ha portato ai vertici di AIC, per cui è diventato una sorta di principe del foro, almeno a giudicare dalle parcelle, a cui mi inchino, per lo studio di famiglia, che ricordo ammontano ad 625.278 euro (seicentoventicinquemila278). Costo pari a quello di una multinazionale. Naturalmente pagate da AIC. Per il solo anno 2018.

Perché premessa, peraltro doverosa? L’avvocato Calcagno, qualche settimana fa, ha imprudentemente apostrofato una semplicissima richiesta di chiarimenti, inoltrata da Marco Tardelli, come demagogia e sciacallaggio.

Si trattava di questo:
Chiarimenti circa le spese di gestione. Soldi spesi e non spariti, come in maniera avventata ci ha accusato di aver detto, per gli anni 2014/2018. Pari a 36 milioni di euro (trentasei milioni, riferiti ad AIC SERVICE e AIC). Qual’è il numero di persone impiegate a vario titolo nella galassia AIC. Se alcune di queste siano state assunte nonostante abbiano un grado di parentela o abbiano avuto rapporti di lavoro, in passato, con persone ai vertici della associazione. Se corrisponde altresì al vero che l’ufficio legale di AIC sia guidato dal fratello del Vice Presidente Calcagno e, per concludere e per allinearci ai principi doverosi di trasparenza, conoscere i compensi annuì e relativi benefit, di cui godono il Presidente Tommasi, il vice Calcagno e il Direttore Generale Grazioli.

Ma l’aspetto più delicato della vicenda, per il quale Tardelli ha chiesto spiegazioni, fa riferimento allo stato di salute del FONDO di FINE CARRIERA ALLENATORI/CALCIATORI. Per intenderci il TFR maturato negli anni di attività, dato che l’analisi dei bilanci della SPORT INVEST 2000, società che gestisce il patrimonio immobiliare del Fondo che ammonta a 40/50 milioni di euro, non solo registra perdite annuali consecutive dal 2014 al 2018, ma nemmeno versa alcunché al fondo stesso nonostante incassi, dagli affitti degli immobili, 1,5 milioni di euro all’anno.

Nella stessa intervista, l’avvocato Calcagno ha dichiarato che la candidatura alla Presidenza AIC di Marco Tardelli (nella foto a fianco), è da lui conosciuta solo per averla letta sui giornali.

Credo che a questa altezza dei fatti il Vice Presidente Calcagno dovrà ahimè assumere una persona in più (non bastano le 50 già presenti) che si occupi di smistare la corrispondenza. Perché la lettera di presentazione della candidatura di Tardelli porta la data del 17 dicembre u.s. E’ stata spedita il 18 e ricevuta in AIC il giorno 19 dello stesso mese di dicembre.
Tra le lettere inviate a Vicenza, sede di AIC, con richieste varie, troverà certamente anche un invito che Tardelli ha spedito. Fa riferimento alla sua disponibilità per un incontro con i professionisti che hanno redatto i bilanci delle varie società della galassia AIC.
A tale proposito mi auguro che il bilancio 2019 sia a disposizione degli associati il più presto possibile.

La scorsa settimana ho assistito ad un evento epocale, seguito da un intervista euforica e surreale dell’avvocato Umberto Calcagno.
Dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci ho appreso, con piacere, di un nuovo miracolo. In 24 ore il solo milione messo a disposizione dall’AIC, per l’emergenza che ha colpito anche il mondo del calcio, si è miracolosamente moltiplicato per 10. Per cui immagino che si sia già dato corso al processo di beatificazione dell’avvocato Calcagno, che conosco come un immenso giureconsulto. Ora anche come un notevolissimo teologo.

Nonostante la sua versatilità in diverse materie, Calcagno continua però ad essere un po’ deboluccio in matematica. Materia questa che da anni gli crea tormenti e vuoti di memoria.

Gli ricordo con piacere che i fondi stanziati dal Governo alcune settimane fa, per gli atleti e, più in generale per il circuito dello sport, sono per l’appunto soldi del governo e non dell’Aic. Gli ricordo che i soldi stanziati generosamente dalla Federcalcio, la scorsa settimana, sono della Figc e non dell’Aic. Che il denaro del Credito Sportivo, destinato ad una parte dei calciatori interessati dai fallimenti delle società di appartenenza, sono ancora una volta per il 50% garantiti dalla FIGC e per il restante 50% sono garantiti da AIC. Si tratta pertanto di prestito, avvocato Calcagno, che bisogna restituire nel tempo.

A tale proposito è lecita una domanda: non avrebbe avuto più senso utilizzare le cospicue risorse presenti in AIC, come da bilanci pubblicati, invece di indebitare ulteriormente l’associazione?.

Internamente ad AIC c’è una voce bilancio imputata al Fondo Solidarietà Mutuo Soccorso che disponeva al 2018 di 8,3 milioni di euro.
Ricordo che AIC, sempre al 31 dicembre 2018 aveva titoli all’attivo pari ad euro 4,6 milioni. Erano 5,7 (milioni) nel 2017.
Ricordo anche che nel 2018 AIC SERVICE aveva in cassa disponibilità liquide (depositi bancari) pari a euro 5,6 milioni. Erano 7,3 (sempre milioni) nel 2017.
Come sempre i soldi messi a disposizione dell’Aic, per i suoi associati, rimangono sempre “briciole” e nemmeno i poteri miracolistici dell’avvocato Calcagno possono riuscire a moltiplicarli.

È giunto allora il momento di comprendere, rimanendo alla stretta attualità, se quello della scorsa settimana è stato un miracolo o soltanto il frutto dell’opera e del buonsenso degli uomini”.