LA LUCCHESE RINASCE NEL SEGNO DI BRUNO RUSSO

L’idea poteva venire soltanto a chi ha un cuore che palpita rossonero. Che la sera si corica con indosso una maglia di quei colori. Ci si sono messi in tre. Inizialmente. Bruno Russo (record si presenze in rossonero), Mario Santoro ed Alessandro Vichi.
Bisognava rimettere insieme i cocci del calcio lucchese. Quelli lasciati malamente in terra, senza alcun rispetto per la città e le sue tradizioni, dai vari Bacci, Galli, Obbedio, Moriconi, Ceniccola, Ottaviani e chi più ne ha più ne metta.

Non era facile ricostruire. Russo, Santoro e Vichi ci sono riusciti.

Un’impresa di non poco conto che inizialmente appariva disperata. All’appello hanno risposto (meritano di essere menzionati) il Gruppo Bardal, la Geo Nova, Giapp, Acqua Silva, Imac, Celfa e Gesam acqua e luce.

In buona sostanza Lucca si è riappropriata dei propri colori sportivi. Con la benedizione del sindaco Tambellini il nuovo club costituito si chiama Lucchese 1905 s.r.l. La base di partenza? Quei trecentocinquantamila euro in contanti (il fondo perduto e la tassa di iscrizione) indispensabili per ripartire dalla serie D. Ora Bruno Russo fa il presidente. Alessandro Vichi l’amministratore delegato, Mario Santoro il direttore generale, entrambi, questi ultimi, si interessano del marketing.

Al centro del nuovo progetto non poteva che essere collocata la riqualificazione del “Porta Elisa”. Lo storico stadio cittadino appena fuori la zona perimetrale delle mura. Un monumento nazionale che non può, non deve andare disperso. Nelle intenzioni del nuovo gruppo il Porta Elisa deve diventare una “nicchia”. Da onere va tramutata in risorsa. Fruibile quotidianamente dalla popolazione. Lucchese e non. Non solo la casa dei rossoneri pertanto, ma negozi, palestre, terziario, il museo del calcio e quant’altro possa essere fonte di ricavi.

La lucchese intesa pertanto come importante progetto per la città non  soltanto veicolo dal punto di vista sportivo.

Oggi il Porta Elisa è inagibile, accusa delle criticità al momento insormontabili. Alle torri faro, alla tribuna, all’impianto elettrico, tanto per fare degli esempi. L’accesso al pubblico è inibito. La Lucchese non ha pertanto una casa. Dovrà chiedere ospitalità alle strutture limitrofe. La prima di campionato, contro il Chieri di un lucchese anche lui di adozione (Massimo Morgia), si giocherà a Forte dei Marmi. Poi, di volta in volta, si deciderà.

Questo non ha però inciso sulla passione dei tifosi. Nel poco tempo a disposizione sono stati già sottoscritti più di cinquecento abbonamenti. Altri, certamente, ne verranno, che quella campagna non è ancora stata chiusa.
La struttura tecnica e sportiva. Russo ha chiamato accanto a se compagni di avventura di un calcio che Lucca non ha mai dimenticato. Professionisti con i quali ha condiviso esperienze, di campo e di spogliatoio, indistruttibili. Indimenticabili. Ricordi indelebili di stagioni vittoriose che riconducono al presidente Maestrelli ed a Pino Vitale. I vessilli di un calcio che rimarrà sempre nella memoria dei tifosi lucchesi.

Il direttore sportivo è Daniele Deoma, anche lui un naturalizzato dal “Fil Lungo”. La squadra è stata affidata a Francesco Monaco. La nuova Lucchese vestirà Joma.
Memori del recente passato Bruno Russo e soci non si sono posti particolari traguardi inerenti i risultati sportivi. Come fosse l’anno zero.

Una gestione economica oculata in linea con gli investimenti. Una stagione senza particolari obiettivi. Non potrebbe essere diversamente per un club che risorge dalle ceneri del recente passato. Poi, si sa, nel calcio l’appetito viene mangiando. Non si pone mai limite alla provvidenza. Peraltro le credenziali tecniche ed i risultati ottenuti da Francesco Monaco, al riguardo, sono di tutto rispetto.
Bruno Russo, universalmente “Ruspa”, lo conosco da quando era ragazzo. Eravamo al Taranto assieme. Lo girai io alla Lucchese, era poco più che ventenne. Uno che non molla mai. Tipico degli uomini della sua terra d’origine, la Calabria. La Lucchese è, da sempre, il suo indelebile distintivo. Ho spesso raccolto i suoi sfoghi. Era amareggiato per le sorti, mai sicure, che toccavano a quei colori.

La Lucchese mal gestita, finita nelle mani di avventurieri, lo distruggeva moralmente. Le sue sono mani sicure, opera con passione. Non ha altri fini se non quello di restituire a quei colori il rispetto che altri hanno voluto offendere. Quella dignità che altri, specialisti nel mordi e fuggi, sono riusciti a far smarrire.
La riqualificazione del Porta Elisa? Il fulcro di un progetto del quale mi parlò, la prima volta, dieci anni orsono. Ora con Vichi e Santoro, sorretto da una compagine qualificata, riuscirà finalmente a realizzarlo. Ne va della sua “reputazione” sportiva. Altrimenti che “Ruspa” sarebbe! Sarà e non solo per lui, il concretizzarsi, finalmente, di quel sogno mai sopito.

Intanto, domenica prossima, tra due giorni, la Lucchese scenderà in campo per disputare il campionato di serie D. Soltanto un mese addietro, o giù di lì, era una opzione inimmaginabile!

Nelle foto: la nuova compagine societaria, la tribuna del Porta Elisa ed il tecnico Francesco Monaco